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Questo articolo è stato pubblicato il 26 aprile 2013 alle ore 16:53.

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La Liguria, stretta tra le Alpi ed il Mediterraneo, territorio di storia e di confine, è da sempre anche terra di vino.

Questo grazie al sacrificio ed alla determinazione di coloro che, nei secoli, nella varietà dei paesaggi della regione, ha saputo strappare alla montagna un pugno di terra dopo l'altro, costruendo i famosi terrazzamenti liguri, con muretti a secco. Nulla è stato regalato, data la pochezza di zone pianeggianti.

Troviamo vigne a picco sul mare, ma anche più all'interno, e spesso costituite da quei vitigni autoctoni che solo la passione e la lungimiranza di alcuni viticoltori assennati, a partire dagli anni '60, ha permesso di salvare prima e di sviluppare poi.

E' considerata terra di bianchi, apprezzati ormai in tutto il mondo per la loro sapidità, per il loro sentire di mare..ma guai a dimenticare i rossi, potrebbero sorprendervi.
Non a caso lo stesso Veronelli era un amante dei vini liguri.
In questo mio primo giro in Liguria sono stato nella Riviera di Ponente, scegliendo due cantine con diversa posizione dei vigneti: Punta Crena praticamente sul mare, e Feipu dei Massaretti leggermente all'interno.

Azienda Agricola Punta Crena – Varigotti, Fraz. di Finale Ligure (SV)
La famiglia Ruffino, proprietaria di Punta Crena, vive e lavora in Varigotti, piccolo e splendido borgo di circa 300 abitanti, addirittura da prima del 1500.
I vigneti, terrazzati, di fronte al mare, beneficiano di tanto sole e delle brezze marine.
I Ruffino hanno da sempre prestato attenzione ai vitigni autoctoni, preservandoli e imparando a sfruttarne le incredibili potenzialità.
Dopo la scomparsa del babbo nel 2009, l'azienda è portata avanti dai quattro fratelli, Tommaso, Nicola, Paolo ed Anna, con mamma Libera custode delle tradizioni di famiglia.
I nipoti sono molti, per cui tra qualche anno si può ragionevolmente prevedere l'affacciarsi in vigna ed in cantina di una nuova generazione.
Gli ettari vitati sono 12, a cui si aggiungono anche terreni dedicati agli ulivi.
Le bottiglie prodotte sono circa 60.000.
Ho assaggiato il Mataòssu Vigneto Reinè 2011, vino autoctono per eccellenza.

Mataòssu Vigneto Reiné 2011 – Colline Savonesi IGT
Vino bianco fermo, con gradazione del 12,5%.
E' ottenuto al 100% da uva Mataòssu, nota anche come Lumassina.
Si tratta di un vitigno autoctono, citato nelle cronache ampelografiche ottocentesche, e diffuso prevalentemente nel savonese.
I vigneti sono a 550m dal mare, situati tra i 100 e 180 m s.l.m.
Tipica vinificazione in bianco con sosta sui lieviti per circa 4 mesi.
Il colore è giallo paglierino, intenso, con riflessi verdolini.
Al naso è pregnante ma elegante, di buona complessità, con sentori di mandorla, di fiori ed erbe di campo, forse anche di fieno.
In bocca colpisce per la sua grande sapidità e persistenza, mantenendo comunque un generale equilibrio ed una notevole freschezza.
Prezzo in enoteca: 14-16 €

Feipu dei Massaretti – Albenga (SV)
L'azienda agricola è stata fondata da Agostino e Bice Parodi, ed originariamente era dedicata alla coltivazione di ortaggi.
Nel 1965 Agostino, seguendo una tendenza che iniziava a manifestarsi nel savonese, comincia a sostituire gli ortaggi con la vite.
Feipu dei Massaretti ora è condotta da Mirco Mastroianni, marito di Brunella, una delle figlie di Agostino e Bice, e dall'altra sorella, Ivana, col marito Giovanni.
Ivana e Giovanni si occupano dei vigneti, mentre Mirco è responsabile della cantina.
I vigneti hanno una superficie di 6 ettari, permettendo la produzione di circa 75.000 bottiglie.
Le etichette prodotte sono 7.
Ho voluto assaggiare non i loro famosi Pigato, ma un rosso, il Granaccia.

Granaccia 2011 – Colline Savonesi IGT
Vino rosso secco, di gradazione alcolica pari al 13,5 %.
Le uve utilizzate sono al 100% Granaccia, nome locale del vitigno spagnolo Grenache, forse più noto come Alicante.
Tale vitigno arrivò in provincia di Savona nel secolo XVIII grazie ad alcune famiglie locali che intrattenevano rapporti commerciali con la Spagna, in particolare con la città di Granada.
Le bottiglie prodotte sono state circa 3.000, con previsioni di aumento in futuro quando andranno in produzione alcuni nuovi vigneti.
La vinificazione è tradizionale in acciaio, mentre l'affinamento è parte in acciaio e parte in botte di legno.
Il colore è rosso rubino, vivace, con riflessi violacei.
I profumi sono intensi, frutti maturi, quasi confettura, viola ed una leggera sfumatura di liquirizia.
In bocca è piacevole, buona la struttura e medio il corpo. Di buona persistenza, chiude con una nota amarognola.
Prezzo in enoteca: 18-20 €

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