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Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2013 alle ore 16:29.

Romantico. Appassionato. Tormentato. Sono le diverse facce dell'amore in tre diverse età, che tre coppie esprimono a un elegante ballo nell'incanto della notte. "In the night", coreografia di Jerome Robbins sulle note malinconiche e lunari dei Notturni di Chopin, con un manipolo di stelle del firmamento ballettistico, fra cui Eleonora Abbagnato, ha aperto la serata all'Opera di Roma intitolata "Notes de la nuit", comprendente altre due creazioni. "Filo rosso" l'ispirazione poetica della notte declinata attraverso lo stile di tre autori: oltre all'americano Robbins, il giovane Francesco Nappa, e Micha van Hoecke al suo primo balletto per il Corpo di Ballo capitolino di cui è direttore dal 2010. Allo stile neoclassico di Robbins (erede di Balanchine), ha fatto seguito quello nettamente contemporaneo del napoletano Nappa.
Sulle note minimaliste ed evanescenti di Philip Glass (Saxophone Quartet) e Steve Reich (New York Counterpoint) suonate dal vivo, il suo astratto "Quartetto" è un'esplosione di energia pura, in continua trasformazione. Svincolata da ogni forma di racconto e suggerita proprio dalla musica ipnotica di Glass e Reich, la coreografia è affidata a quattro coppie che si spostano in quadrati di luce, quasi sempre in penombra. Dagli assoli si passa ai duetti, ai terzetti, al gruppo, con un fluire ondoso di braccia, di gambe irrequiete alla ricerca di nuovi equilibri, con il movimento del busto che sembra generare altri movimenti che vanno in mille direzioni. Tra combinazioni, anche solo maschili o solo femminili, la gestualità è velocissime, fatta di intrecci, trascinamenti, sollevamenti, con le donne lanciate in aria e subito pronte ad alzarsi da terra a reggere il partner. Vi sono prese spericolate, alla Forsythe; morbidezze alla Kyliàn; fluidità alla Naharin, e spruzzate di breakdance, ma con una cifra stilistica e poetica personale, che sta imponendo l'eclettico Nappa nella coreografia internazionale.
In "Aria Tango" di Micha van Hoecke, la notte si anima dei toni struggenti e inquieti delle composizioni tanghere di Luis Bacalov eseguite in scena con il suo Quartetto. In questo "poema coreografico" ritroviamo citazioni da altri lavori di van Hoecke (vedi "Guitare", "Monsieur, monsieur", "Regina della Notte"), e i temi a lui cari. È un poetico racconto per immagini di stati d'animo che rimanda ai tanghi béjartiani, o tzigani, di precedenti creazioni. Li affida alle paure, ai ricordi, alle passioni di un giovane che, nel silenzio della notte, dentro un teatro vuoto alla fine di uno spettacolo, sorpreso da una musica che gli evoca pensieri e memorie, inizia a danzare con tutte le creature che la popolano. Si materializzeranno in presenze, spiriti, gente, personaggi, che avranno i colori del blu, del rosso, del nero, del bianco. È scontro tra Eros e Thanatos, tra bene e male, tra sogno e realtà, tra morte e vita, con protagonista, un intenso Alessio Carbone, che spia tutte queste figure, le insegue, le afferra, rivive amori, che infine si dissolveranno.
"Notes de la Nuit", con Amar Ramasar, Eleonora Abbagnato, Stéphan Bullion, Gaia Straccamore, Alessio Carbone, Riccardo Di Cosmo, Alessio Rezza, Alessia Gay, Manuel Paruccini, solisti e Corpo di Ballo del Teatro dell'Opera di Roma.
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