Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2013 alle ore 08:18.

My24

Aaron James è un giovane professore, noto anche per essere un bravo surfista, presso l'Università di California a Irvine. Il suo cv è inappuntabile, come le sue principali pubblicazioni. Dopo un PhD in Filosofia a Harvard (con Scanlon) ha scritto diversi articoli scientifici su riviste qualificate e un libro dal titolo e dal contenuto impegnativi – Fairness in Practice: a Social Contract for a Global Economy – pubblicato da Oxford University Press. Sia il libro che gli articoli sono, dal mio punto di vista, eccellenti. James sviluppa il paradigma liberal-egalitario di Rawls e Dworkin in maniera originale e seria. Fin qui, però, roba per specialisti. Perché la notorietà arriva al nostro da tutt'altra impresa, sarebbe a dire la pubblicazione – per un editore importante come Doubleday – di un piccolo libretto dal titolo e dal contenuto accademicamente impresentabili. Il libro si chiama infatti Ass-holes e il sottotitolo precisa in corsivo più piccolo A Theory. Rizzoli si è precipitato a tradurlo in italiano, con il titolo inequivocabile Stronzi. Non so se la traduzione sia esatta alla lettera, perché si potevano trovare epiteti alternativi, ma sicuramente non si va troppo lontani dalle intenzioni dell'autore. Gli ass-holes sono quelli che profittano degli altri senza neppure sentire il bisogno di giustificare a che titolo e con che diritto lo facciano. Il mondo che abitiamo ne è abbondantemente popolato e le nostre esistenze – ammesso che noi stessi non siamo tra gli ass-holes – assai ne soffrono.
Come sanno i più attenti tra i nostri lettori, il successo di Ass-holes ha dei precedenti che, con le cautele del caso, si possono definire illustri. Non molti anni fa, infatti, Henry Frankfurt, un vecchio e prestigioso filosofo di Princeton, aveva pubblicato un libretto On Bullshit (cioè "stronzate") che in breve tempo aveva raggiunto uno straordinario successo planetario. Se l'idea di James deve molto a quella di Frankfurt, e se l'impatto sul lettore si deve al medesimo effetto-sorpresa che accomuna la rigorosità dello stile con la natura bassa del tema trattato, non si può dire che James ripeta puramente e semplicemente Frankfurt. Infatti, nel suo libro che, anche per numero di pagine, rappresenta uno sforzo più sostanziale, l'ottimo James si propone di presentare nientedimeno che una teoria in materia di ass-holes. Da questo punto di vista, il libro mantiene una struttura saggistica standard: prima si presenta la teoria degli ass-holes, poi si evidenziano alcune condizioni che favoriscono oppure contrastano il moltiplicarsi dei medesimi, e infine si suggerisce un metodo per cavarsela con meno danni possibile.
Gli ass-holes sono persone particolarmente fastidiose capaci di suscitare reazioni di rabbia e timore assieme. Nello stesso tempo, sono sorprendenti nel senso che noi facciamo fatica a capire come ci si possa comportare in modi siffatti. Lo ass-hole è colui che, quando noi facciamo le dovute rimostranze al cospetto dei suoi soprusi, si mostra assolutamente sorpreso e rifiuta di prenderle sul serio. In questo modo, lo ass-hole non ci riconosce dignità, e proprio per ciò appare umanamente tanto fastidioso. Per essere più precisi, lo ass-hole, nella teoria di James, è definito da tre caratteristiche: (I) ritiene di dover godere di speciali privilegi; (II) cui ha diritto indiscusso; (III) cosa che lo rende immune alle rimostranze altrui. Gli esempi di certo non mancano: è un ass-hole chi cerca di passare prima in fila o mette continuamente in evidenza gli errori altrui. Tutto questo perché si ritiene speciale. La base della teoria è di natura morale sulle tracce di Rousseau e Kant: gli ass-holes sono tanto ripugnanti perché rifiutano di considerare gli altri come eguali dal punto di vista morale. E ciò genera indignazione e protesta. Che però non sono prese sul serio dallo ass-hole che, come si diceva, si sente del tutto legittimato ad avere i suoi privilegi.
James non esita a fare nomi di più o meno illustri ass-holes. Si va dal generale Mac Arthur a un noto politico italiano con un passato da tycoon, passando per gente dello spettacolo e varia umanità. È anche possibile raggrupparli in tipi, dal capufficio al Presidente della repubblica e al grande industriale. Il genere sessuale non è neutrale in materia: quasi sempre gli ass-holes sono maschi. Neppure innocente è il regime politico-sociale. Un capitalismo troppo rampante facilità il moltiplicarsi di ass-holes. In genere ci sono vere e proprie condizioni culturali che favoriscono la crescita di ass-holes. Questo non vuol dire che gli ass-holes stessi non siano da rimproverare. In effetti, James tiene a precisare che sono responsabili delle loro azioni e diversi dagli psicopatici.
Uno dei punti nodali è costituito dallo ass-holes management. Come difendersi? James suggerisce una tattica estremamente elastica, del tipo judo. Bisogna resistere strenuamente ma non fare la guerra. Servirà mai qualcosa del genere? Difficile rispondere. Se non accennando al fatto che le tesi di James sono più serie di come si possa immaginare. Indebolendo la struttura della fiducia sociale gli ass-holes generano effetti collettivamente perversi nella società che li lascia prosperare. Da questo punto di vista, i furbetti di casa nostra sono un esempio mirabile. Cercare di imparare a riconoscerli e smascherarli non è dopotutto una cattiva idea...
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Aaron James, Assholes: A Theory, Doubleday, New York, pagg. 221, $ 23,95 (traduzione italiana, Stronzi. Un saggio filosofico, Rizzoli, € 18,00)

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi