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Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2013 alle ore 08:19.

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Traduzione di Fabio Galimberti
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La crisi iniziata nel 2007 ha indotto un ampio dibattito sul ruolo delle teorie e delle politiche macroeconomiche che non sono state in grado di prevedere la crisi e che continuano ad avere molta difficoltà a risolverla. Al momento, soprattutto in Europa dove la crisi è più persistente, si discute soprattutto sui meriti delle politiche di austerità e su quanto sia sensato mantenere politiche di stretto rigore fiscale in una fase fortemente recessiva del ciclo economico. Su questo argomento, il 27 gennaio scorso, abbiamo ospitato l'intervento di Amartya Sen che sottolineava il fallimento delle politiche di austerity in Europa (online su http://24o.it/euroistituzioni). A livello globale però il dibattito tocca molti altri temi: se sia meglio adottare politiche monetarie decisamente espansive come negli Stati Uniti e in Giappone oppure approcci più restrittivi come nel caso della Banca Centrale Europea; quali meriti abbia l'adozione di una moneta unica, l'euro rispetto a un regime di libera fluttuazione dei tassi di cambio; quale sia il modello corretto per regolare e supervisionare i mercati finanziari e le banche; se sia meglio un sistema di libera mobilità dei capitali o piuttosto introdurre controlli e vincoli. La Domenica avvia con questo numero una riflessione su questi temi con un articolo del premio Nobel Joseph Stiglitz, anch'egli pronunciatosi più volte contro le politiche di austerity, tratto da «Rethinking Macroeconomics: What Went Wrong and How to Fix It» pronunciato a New York al convegno della Herbert Simon Society, che discute su quali siano stati i fallimenti della macroeconomia e quali siano le possibili vie per correggerla.

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