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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2013 alle ore 15:06.

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C'era una volta l'unità sindacale, antico «dogma» delle relazioni industriali made in Italy. C'era una volta il Concertone a piazza San Giovanni in Laterano organizzato da Cgil, Cisl e Uil, un must di ogni Primo maggio da vent'anni a questa parte. Più che un must: un'istituzione. Si sa che gli anni passano implacabili sui nostri destini mortali, cambiando carte in tavola, giocatori e soprattutto regole del gioco. E così, se l'unità sindacale ha smesso di essere un dogma in mille e una vertenza, a 23 anni dalla prima edizione il Concertone romano si scopre molto diverso dall'evento che era una volta.

Da un lato la spending review sindacale fa sì che non ci siano più i Robert Plant, i Lou Reed e gli Sting dei tempi belli. Dall'altro incombe sull'edizione 2013 la spietata fenomenologia del «Complesso del Primo maggio» a firma di Elio e le Storie Tese che, tra le altre cose, figurano in scaletta. Dall'altro lato ancora, la Festa non sarà tutta a San Giovanni: il pubblico della musica dal vivo quest'anno ha infatti a disposizione due eventi alternativi a Taranto e a Napoli (il primo dei quali organizzato addirittura in polemica con il Concertone). E poi una miriade di kermesse su piazze minori che, in alcuni casi, coinvolgono anche nomi illustri.

Niente Fabri Fibra, si spera in Elio
Giunta ai nastri di partenza, l'edizione 2013 del Concertone non passerà certo alla storia per la sua fortuna. L'evento, diretto dal leader dei Marlene Kuntz Cristiano Godano, condotto da Geppi Cucciari e trasmesso su Raitre a partire dalle 15, non ha mai infilato così tante polemiche nelle settimane che l'hanno preceduto. Alcune delle quali addirittura degne di Sanremo: si veda il caso Fabri Fibra. Prima lo annunciano come uno degli ospiti di punta, poi – a seguito di una valanga di mail ostili alla scelta - si accorgono che i suoi testi offendono le donne e decidono di metterlo fuori scaletta. Suscitando le ire di altri che gridano alla censura sindacale. Roba da far rimpiangere le regole del centralismo democratico della prima Repubblica.

E così tocca accendere il fuoco con la legna che si ha a disposizione: si spera in una performance leggendaria di Elio, certo. Poi ci saranno il premio Oscar Nicola Piovani, Fabrizio Bosso con Giovanni Sollima, Max Gazzé, Cristiano De André, gli Africa Unite e un'ampia selezione di band del panorama indie. Merita menzione l'esperimento del producer Vittorio Cosma che dirigerà la Grande Orchestra del Rock. Una formazione con al suo interno tra gli altri Francesco Di Giacomo e Vittorio Nocenzi del Banco, James Senese, Maurizio Solieri, Stefano Di Battista, Boosta dei Subsonica e persino due reduci di X-Factor che erano in squadra con Elio (Nice e Yendri).

Riondino e gli «arrabbiati» di Taranto
Il vento della contestazione vero e proprio, tuttavia, soffia da Taranto: ispirato dal caso Ilva l'attore Michele Riondino, musicista a tempo perso ma noto ai più come giovane Montalbano, in polemica con il main event sindacale ha organizzato al parco archeologico delle mura greche il contro-evento dal titolo «Primo maggio di lotta. Sì ai diritti, no ai ricatti». Alzando il telefono ha coinvolto il collega Elio Germano, pure lui musicista della domenica, e un filotto di icone indie e soli calanti dell'Italia musicale: The Niro e Francesco Baccini, Sud Sound System e Luca Barbarossa, Daniele Sepe e Raf, Roy Paci e Fiorella Mannoia. Ingredienti così lontani che, per farli funzionare insieme, ci vorrebbe una specie di Carlo Cracco. Mangiate in fretta, comunque: si va sul palco a partire dalle 14.

A Napoli per Città della Scienza
Terza piazza del Primo maggio è quella di Bagnoli, municipalità napoletana dalla riqualificazione tradita dove sempre Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di tenere una manifestazione parallela a quella di Roma per sostenere la ricostruzione di Città della Scienza, lo science center bruciato da un incendio doloso il 4 marzo di quest'anno. Dalle 16 in poi, live act che coinvolgerà tra gli altri Tullio De Piscopo, Raiz, le Orme, gli Osana, Fausto Mesolella e Carlo D'Angiò. Se nemmeno a Napoli riuscite a fare un salto, occhio a Francesco De Gregori che si esibirà gratis a Lucca o all'evento di Reggio Calabria, con i Taranproject. Tanta carne al fuoco, pure troppa. Scenario inimmaginabile ai tempi dell'unità del Concertone sindacale.

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