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Questo articolo è stato pubblicato il 05 maggio 2013 alle ore 08:22.

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Scampoli sulle punte (un Gala Svetlana Zakharova a Modena, l'Aterballetto a Reggio Emilia, ecc.) nella maggior parte dei nostri bei teatri di tradizione. Intanto, partono i festival, incluso il recuperato "Parma Danza", al via proprio stasera senza che si plachino le funeste congetture su futuri tagli e finanziamenti incerti. Eppure, è difficile credere all'impossibilità d'esistere, nel 2014, della rassegna cremonese intitolata semplicemente "Danza".
Questa vetrina vive al "Ponchielli" da venticinque anni e in un simile lasso temporale ha cresciuto un pubblico generoso e intenditore. Al punto di apprezzare con vero entusiasmo l'ultima prima nazionale del 2013: Watching Others di Edward Clug con il suo Chopin rimaneggiato sino al bruitismo, non è di facile ricezione. Certo il corteggiatissimo Clug, coreografo rumeno insediatosi in Slovenia, e da anni alla testa del Balletto di Maribor, s'era già fatto conoscere, nel 2008, con Radio and Juliet, inconsueto Romeo e Giulietta senza tombe, frati né balconi veronesi. E la compagnia slovena d'impostazione classico-moderna, ricca di giovani talenti, aveva colpito anche gli spettatori cremonesi. Ma Watching Others è tutt'altra cosa rispetto al furente e formalistico Radio and Juliet: vuole dal pubblico una fantasia che riempia lo spazio di proposito vacante in scena.
Clug ha infatti immaginato di ricreare un set cinematografico, con tanti muri scorrevoli per cangianti inquadrature. L'inizio e la conclusione della coreografia restringono il campo visivo entro scorrevoli nicchie rettangolari. Si perdono parti della testa e delle braccia di ballerine in succinti body e di uomini a torso nudo. Ma non importa: ogni inquadratura bidimensionale rivela un magnifico "cincischiare" danzando, di solito a coppie. A turno, gli undici interpreti esplorano minuziosamente il corpo dell'altro, con gesti inconsulti, svelte carezze, esibizioni di schiena, strani sollevamenti da terra.
L'immaginario teleobiettivo poi s'allarga: il muro in proscenio slitta verso il fondale lasciando fuoriuscire braccia e corpi a metà. E il movimento continua nonostante tutto anche quando tante frasi dinamiche incompiute sono intrappolate entro claustrofobiche pareti. L'idea del "tu per tu" di coppia predomina ancora, tra passeggiate lungo i muri di danzatori in giacca e pantaloni e apparizioni di soliste in punta e in attesa che le loro arabesque vengano stropicciate dai partner, o analizzate come al microscopio. La musica segue l'andamento della pièce, idealmente tripartita: all'inizio e alla fine due preludi di Chopin (il n°14 e il n°20) sono eseguiti come si deve da Bojan Gorišek. Nel mezzo, però, si disintegrano tra le corde del pianoforte pizzicate con le dita e con vari oggetti e su di una registrazione di Milko Lazar. A braccetto di Clug, questo compositore "à la Cage" entra nei suoni di Chopin come avesse una telecamera. Così in Watching Others non esulta il romanticismo ma uno squassante sguardo indagatore.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Watching Others, Balletto di Maribor, Teatro Ponchielli, Cremona; Teatro Pavarotti, Modena
Gala Svetlana Zakharova, 9 maggio; Teatro Valli, Reggio Emilia, Aterballetto, 9 maggio
Parma Danza, Teatro Regio, 3-24 maggio

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