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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2013 alle ore 10:56.

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Di solito la prima volta è per errore. Anche la seconda. E poi la terza e le successive. «Sì sì, lo so – dice lei, senza fastidio – È normale. Lo so». Chiunque possegga un abbonamento Sky non può non averci mai sbattuto contro. Gioia Marzocchi è Sky Inside, il canale che dà conto della programmazione mensile della piattaforma satellitare. Difficile ricordare il primo incontro, ma sarà stato il 2007, anno in cui venne prelevata dalla romana Magic Tv. Anche in quel caso, come negli anni a seguire, medesimo canovaccio: fallisce l'aggancio a uno dei canali del cinema, telecomando sordo, sullo schermo compare la prima cifra – un tre – seguita dal doppio trattino, pochi secondi di apnea blu e rassegnazione, e poi lei, precisa e attenta come se ti aspettasse da sempre, e tu abbonato indisciplinato che ti rimproveri di non capitarci più spesso. Di essertene dimenticato, per giunta. Perché quando finisci lì dentro – sarà per questo Inside? – non è che ne esci agile.

Lì sei e lì rimani – al diavolo Scream 3 o 4 – ad ascoltare quali film, quali serie tv o tornei di tennis dovrai frequentare nel mese a venire. Capita così, almeno ad alcuni, da poco meno di un settennato, e mai prorogatio fu più desiderata. A chi si chiedesse chi sia Gioia Marzocchi, al di là della secchezza del dato estetico – bellissima punto – ecco: 32 anni, romana e borghese, Classico e Scienze Politiche, vincitrice del concorso Pantene nel 2003 – vicende di capelli più belli d'Italia: le cronache parlano di una premiazione milanese alla Pelota di via Palermo un mercoledì 16 aprile officiante Gerry Scotti – e poi in diretta dal canale 818 – «Magic Tv era una realtà a conduzione famigliare. Mandai il curriculum per occuparmi di news e finimmo a fare una classifica musicale» – prima dell'approdo nella televisione del magnate per eccellenza. Da allora Gioia è lì, tumulata nel canale informativo, dapprima in una forma iconograficamente un po' bulgara – camera fissa, primo piano stretto, «leggermente robotica», ricorda lei – e poi, dal febbraio 2011, anfitriona di un talk show con ospiti degni di attenzione e domande/risposte che avercene nelle trasmissioni cosiddette vere.

Il risultato è che l'abbonato medio – ma non ci sono prove empiriche, potrebbe essere un fatto trasversale come no – rimane imbambolato dalla combo attrattiva/intelligenza e lì trova pace, almeno per un po'. Ecco, fino a qui l'esperienza condivisa, perché a parlarle si scoprono delle cose. Intanto l'accento, molto più romano che in tv. Anche più divertito. Poi l'attitudine: rilassata ma assertiva, di una persona a cui piace il proprio lavoro. «Mi arrabbio con chi definisce Sky Inside una semplice vetrina. Non lo è. Non siamo lì a fare un elenco e basta. Prepariamo interviste e argomenti con cura, ci sono degli autori e c'è dell'improvvisazione. È un mix». Ed è vero, chiunque l'abbia vista all'opera sa che non si tratta dell'annunciatrice Rai, con mossette e ammiccamenti da candid camera. È preparata, si esprime in italiano, ha i tempi. Le piace parlare di cinema, non le piace essere fotografata, non ha una tipologia di ospite favorito: «I più difficili sono quelli che non vogliono far trapelare nessun aspetto contradditorio». Poi è una lavoratrice infaticabile: «Registriamo tre puntate al mese, ciascuna va in onda per dieci giorni. Però le registriamo tutte in un giorno. Per cui io arrivo a Milano, mi rinchiudo in studio e il giorno dopo ritorno a Roma». Dove ad aspettarla c'è nonna Rosa: «Vive con noi. Grazie a lei ho capito quanto la tv sia consolatoria per gli anziani». Incredibile pensare che quell'apparizione del canale 300, sentori di freschezza e rigenerazione, stia in realtà lavorando da 10 ore senza sosta. Urge appello a Sky. Primo: fatela riposare. Secondo: avete una dea, esumatela dal canale dell'inciampo e datele le chiavi della rete.

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