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Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2013 alle ore 14:40.

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Le leadership europee e americane lottano contro la recessione, i governi tagliano le spese e alzano le tasse, le piazze insorgono e dannano l'austerity. E Thomas Herndon, 28 anni, studente di Economia all'Università del Massachusetts - occhiali con la montatura d'ordinanza da nerd - fa i compiti sul divano della fidanzata. Gli basta un'occhiata a un foglio Excel appena ricevuto da uno degli economisti più rinomati d'America per scardinare uno studio sbandierato da politici di mezzo mondo per giustificare le politiche d'austerità implementate un po' ovunque.

Lo stupore di Herndon nell'analizzare la cella L51 di quel foglio Excel ha origine in un'aula della UMass Amherst, quando un professore assegna allo studente il compito di riproporre i calcoli di uno studio di due economisti di fama mondiale. Growth in a Time of Debt è stato scritto nel 2010 da Carmen Reinhart, dell'Università del Maryland, e Kenneth Rogoff, professore ad Harvard (per brevità R.&R.). La loro ricerca, ripresa dai giornali di Stati Uniti ed Europa, prova che la crescita economica rallenta quando il debito pubblico di un paese oltrepassa il 90 per cento del Pil. Meglio, con questi dati alla mano, ridurre allora il debito pubblico con tagli e aumento di tasse.

Per settimane, Herndon ha fatto i compiti. Ha lavorato sui dati dei due economisti riguardanti 20 Paesi dal 1946 al 2009. Ha fatto di conto. Niente: i risultati erano sempre diversi da quelli di R.&R. Lo studente, frustrato, ha inviato una e-mail ai due professori richiedendo i loro fogli di calcolo. In risposta è arrivata una e-mail con un documento Excel in allegato. «Ho cliccato sulla cella L51 e ho notato che avevano fatto la media soltanto dalla linea 30 alla 44 invece che dalla 30 alla 49». Oops, è il commento del sito della Bbc. Lo studio, citato tra gli altri dal commissario europeo Olli Rehn e dal repubblicano americano Paul Ryan per giustificare politiche di austerity, è basato su «qualcuno che per errore non ha aggiornato una formula Excel», scrive sul suo blog Mike Konczal, del Roosevelt Institute.

La media calcolata da R.&R. dimentica cinque Paesi: tra questi Australia, Canada e Nuova Zelanda dal '46 al '50, anni in cui queste nazioni hanno avuto debito alto e crescita decente. Il risultato finale cambia: i Paesi con debito pubblico maggiore del 90 per cento del Pil hanno avuto crescita media del 2,2 per cento, certo bassa ma non negativa come nello studio originale (-0,1). R.&R. hanno chiesto scusa, ma non pensano che il pasticcio della cella L51 «influenzi in qualsiasi maniera significativa il messaggio centrale dello studio». Per Herndon, citato da luminari come Paul Krugman e dal prossimo governatore della Banca centrale britannica, Mark Carney, sono giorni di gloria, in cui corre il rischio di diventare il nuovo guru delle piazze europee. «L'austerity è controproducente», ha detto.

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