Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2013 alle ore 08:09.

My24

Alla lunga colpevolizzarsi può rivelarsi uno straordinario strumento difensivo. Un modo per sgravarsi la coscienza a costo zero. Oscar Wilde, che se ne intendeva, diceva che c'è «un lusso nell'auto biasimo. Quando ci facciamo dei rimproveri ci pare che nessuno abbia il diritto di rimproverarci. È la confessione e non il sacerdote che ci dà l'assoluzione». Ogni tanto mi capita di mangiare un panino nel bar della facoltà con un mio collega: un professore di letteratura inglese, di Manchester, che vive e lavora in Italia da più di vent'anni. Un tipo come te lo immagini: rubizzo, ironico, aristocratico come sir Alex Ferguson. Parla un italiano forbito, dall'accento marcatamente britannico. L'altro giorno, commentando la morte della Thatcher, gli raccontavo di quando, da piccolo, in pieno evo thatcheriano, andavo in Inghilterra in vacanza studio.

Era sconcertante per me, ragazzino viziato, constatare la modestia del tenore di vita delle famiglie che mi ospitavano. Possibile che quella fosse la classe media in Inghilterra? Mangiavano carne una volta ogni due settimane. Andavano al cinema ogni morte di regina. Indossavano sempre lo stesso paio di scarpe... «Guarda che è ancora così», mi ha detto lui. «La cosa che mi colpisce degli italiani è il tenore di vita: la condizione di una famiglia qualunque italiana è decisamente più prospera di quella di una famiglia qualunque inglese. Però voi italiani non fate che lamentarvi. Non fate che prendervela con le istituzioni. Avete sempre qualcuno a cui dare la colpa».

Così anche lui se n'è accorto, mi sono colto a pensare. Ed è più o meno allora che mi sono lasciato andare a una strana fantasia orwelliana: ho immaginato un mucchio di bambini italiani seduti ai banchi di una grande aula, immersi in un silenzio luttuoso, costretti a una dieta spirituale fatta di letture di passi del Vecchio Testamento, di libri di Dostoevskij, di Kafka e Ágota Kristóf; di reiterate visioni di film di Haneke e di Lars von Trier; di estatiche contemplazioni di quadri dell'ultimo Goya e di Füssli... il tutto cupamente officiato da un pastore protestante... Ok, forse a fine trattamento sarebbero tutti più infelici: ma di certo anche mille volte più civili.

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi