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Questo articolo è stato pubblicato il 21 maggio 2013 alle ore 14:59.

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Quando si parla di risparmio energetico la mente vola verso immagini sbiadite, atmosfere fioche. Insomma, se si risparmia non si risplende, o almeno, questo è quel che si crede. Poi, capiti al Fuori Salone di Milano (manifestazione parallela al Salone del Mobile e brulicante di nuovi designer), accendi Zezelij e Tiepin e comprendi che le tue convinzioni sono false.
Due lampade differenti, Zezelij da tavolo, Tiepin da parete, con forme estremamente diverse, più classica la prima - un parallelepipedo a base triangolare - e innovativa la seconda - un vero e proprio fermacravatte che sembra adagiato su uno scampolo di seta -, ma con un'idea in comune: sfruttare i limiti della luce a risparmio energetico per ottenere un effetto di grande impatto decorativo.

E l'effetto c'è. Si fanno notare, queste lampade. Chiedo informazioni a Giorgia Brusemini, classe '79, che dopo l'ISIA di Firenze si è specializzata in "design luminoso" nello studio dell'architetto Franco Raggi prima e nell'azienda Barovier & Toso poi, e scopro che la ricerca che ha portato alla loro creazione nasce nel 2009, ossia durante l'affermazione dell'illuminazione a risparmio energetico.
La riflessione sui limiti e i vantaggi della nuova tipologia di sorgente luminosa porta la designer alla sperimentazione e ricerca di materiali che non potevano essere utilizzati con luci a incandescenza. È in questo contesto che Giorgia Brusemini arriva al fabricinside, un metacrilato (PMMA) speciale in cui viene inserito del tessuto. Con Zezelj, la lampada da tavolo che porta il nome di un artista croato, cominciano i primi esperimenti. La forma, razionale e calibrata, mostra come la designer abbia voluto creare un oggetto che rispecchiasse l'ideale della sorgente luminosa che utilizza, ossia la minimizzazione degli sprechi.

Mi racconta, infatti, che per realizzarla è necessaria un'unica lastra piegata e tagliata in modo tale da ottenere pochissimi scarti, e che grazie alla possibilità di utilizzare diverse tipologie di tessuto, è riuscita a giocare con la luce, trovando le trame più adatte alla sua valorizzazione. In effetti, la luce diffusa è piacevole e la forma un po' retrò non dispiace. Zezelij, però, non regge il confronto con Tiepin, che, tra le due, è la lampada che cattura di più l'attenzione. Questo fermacravatte da applicare, pardon, da appuntare alla parete è come un gioiello che brilla di luce riflessa. Posizionando il LED di fronte al metacrilato in cui sono inseriti tessuti estremamente brillanti, la designer rivoluziona la sperimentazione: adesso è il tessuto a diffondere la luce nello spazio; la sorgente luminosa non trapela dalle trame, ma vi si riflette.
Un'opera matura, che riflette la voce di Giorgia Brusemini, e che narra, con grande eloquenza, dai muri sui cui è appuntata, di luci LED, tessuti argentati o dorati, e di come la stanza possa brillare di luce riflessa senza alzare la bolletta.

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