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Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2013 alle ore 08:37.

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Appena un duetto, la nudità del palco perlustrato da una luce rasoterra, e Bach: basta questo per creare una grande danza? Assolutamente sì, se in scena ci sono la fiamminga Anne Teresa De Keersmaeker e il francese Boris Charmatz. Lei è una delle coreografe più persistenti e autorevoli nel sondare, ormai da trent'anni, ogni riposta piega del rapporto tra movimento e musica. Lui è un collega e qui partner eccezionale. Insieme offrono «Partita 2 – Sei solo», uno spettacolo – visto in prima mondiale al Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles, grazie a TorinoDanza 2013 (che lo ospiterà il prossimo ottobre) dal cuore e dal motto minimalista less is more; anche se l'originalità della pièce va ben oltre ogni revival di tendenza. Tutto incomincia, infatti, nel buio assoluto: senza luce ascoltiamo tutti i pezzi di cui consta la Partita bachiana («Allemanda», «Corrente», «Sarabanda», «Giga» e i primi minuti della «Ciaccona»). Dopo un buon quarto d'ora, il silenzio correrà invece insieme agli interpreti apparsi nel vano di un ingresso che poi si chiuderà. Nei loro passi e spostamenti, i due danno l'impressione di riprodurre la struttura musicale di «Giga» e «Ciaccona» appena ascoltate: l'idea è inedita e difficilissima da sostenere. Anche perché i due corpi sono sciolti, in colorate scarpe da tennis e costumi casuali: non esibiscono la loro formidabile tecnica e non provano a misurarsi con il virtuosismo «assoluto» dell'archetto. Quand'ecco che lei alza la gonna e punta il piede in modo un pò spagnoleggiante e poi la sua gamba si sovrappone a quella di lui già sazio di salti naturali, come in certe danze popolari: la «Ciaccona» si "riascolta" nel silenzio: ovvero, si vede davvero fisicamente.
Quando è a terra la coreografa–danzatrice viene tenuta per un braccio e fatta girare dal partner come la lancetta di un orologio: altra figura di movimento ripetuta sino e oltre l'ingresso di Amandine Beyer, la violinista. Costei si colloca sul fondo e questa volta ripete tutta la «Partita n. 2» con l'intera «Ciaccona», un pezzo monumentale. La sua presenza da il via a una serie di soli, nel primo la De Keersmaeker, con il suo semplice procedere in linea perpendicolare allo sguardo del pubblico sembra citare Lucinda Childs, la regina americana del minimalismo anni Settanta. Supposizioni. Di certo la «Ciaccona» è il momento emotivamente più alto: adagi a terra, reciproci sollevamenti del corpo trasudano intesa e fragile umanità.
E si corre sempre e tanto per abbracciare, toccare la musica, bramando quella sacralità astrale, irraggiungibile che essa veicola. Forse mai prima d'ora Bach, amatissimo da tanti coreografi, è stato trattato con simile, reverenziale, affezione. Ricordiamo bene il meraviglioso «Iets op Bach» di Alain Platel: un altro artista-gigante belga; qui, però, non c'è ombra di teatralità. La danza è pura, ma non formalistica. Trasuda freschezza quasi aurorale, priva di artificio. La De Keersmaeker dimostra di riconoscersi nel suo passato e di sapersi magistralmente superare.
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Partita n. 2 - Sei solo, A.T.De Keersmaeker,Kunstenfestivaldesarts, Bruxelles, Berliner Festspiele, 26-29 giugno; ImpulsTanz, Vienna 13-14 luglio; TorinoDanza 2013, Teatro Carignano, 6 ottobre

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