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Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2013 alle ore 08:29.

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Storia dello Ior
Una delle principali sfide del nuovo Pontificato sarà la riforma dello Ior (Istituto per le Opere di Religione), la cosiddetta "banca del Vaticano". Fondata nel suo attuale assetto nel 1942, essa si è resa protagonista negli ultimi quarant'anni (Calvi, Sindona, Banco Ambrosiano, Marcinkus, tangente Enimont, ecc.) di una lunga serie di operazioni finanziarie spericolate e torbide, tanto che nel libro Paradiso Ior (Castelvecchi, pagg. 382 , € 18, 50) di M. Turco, C. Pontesilli e G. Di Battista si leggono resoconti storici di questo tenore: "Il valore patrimoniale dei beni mobili e immobili dal Vaticano era stimato alla fine degli anni '60 in 4,8 miliardi di dollari; di questi, 3 miliardi erano gestiti dallo Ior, che poteva liberamente muovere capitali in tutto il mondo al di fuori di ogni controllo e regola nazionale”. Oggi i beni gestiti dallo Ior ammontano a 6,3 miliardi di euro, mentre i suoi "clienti" sono 20.772. Eppure, nonostante il tempo trascorso, lo Ior continua ad essere un istituto bancario "fuori controllo", offshore. Cosa impedisce al Vaticano, che pure necessita di molte risorse per le sue benefiche missioni nel mondo, di rendere trasparente la sua cassaforte?
Il «sistema» Reggio Calabria
Il 9 ottobre del 2012 il comune di Reggio Calabria è stato sciolto per contiguità con la 'ndrangheta (il sindaco in carica era Demetrio Arena del Pdl). Non era mai capitato prima che un capoluogo di provincia, e dunque di regione, venisse così pesantemente "sanzionato" dal ministero dell'Interno. Eppure sulla grave situazione reggina non è sorto nessun dibattito nazionale. Forse perché si considera Reggio e l'intera Calabria ormai perduti e irrecuperabili? Nonostante tutto, in Calabria esiste una robusta benché minoritaria comunità di intellettuali, giornalisti, professionisti e cittadini attivi che sta facendo di tutto affinché il "caso Reggio" diventi una questione nazionale. Va in questa direzione il lavoro di Claudio Cordova, giovanissimo direttore del sito www.ildispaccio.it, che ha appena pubblicato Il Sistema Reggio (Laruffa, pagg.288, € 14,00, prefaz. A. Monteleone). In questa densa e coraggiosa inchiesta Cordova ricostruisce trame affaristiche, politiche, criminali e massoniche della città dello stretto, sempre più indebolita dall'illegalità capillare e dall'autoassoluzione di parte della sua borghesia, che legge lo scioglimento del comune come pura e semplice manovra politica per colpire il Pdl.
L'autobiografia di Pietro Maso
Lascia senza fiato la lettura de Il male ero io (Mondadori, pagg. 189, €17,00, scritto con Raffaella Regoli) di Pietro Maso, autore, il 7 aprile del 1991, insieme a tre suoi amici di Montecchia di Crosara, dell'assassinio dei suoi genitori. Di sé, in questa onesta e spietata autobiografia, Maso rivela ogni cosa: il fastidio per la cultura contadina d'origine, la fissazione per le mode, le discoteche, le ragazze, il suo carisma plateale, il continuo bisogno di soldi. Fino ai minimi dettagli sulla maledetta notte, quando assassinò brutalmente i suoi genitori per incassarne l'eredità (alcune pagine sono davvero scioccanti). Il libro racconta gli anni bui del carcere, la vergogna, la disperazione, e poi la lenta rinascita grazie al perdono delle sorelle, all'aiuto di don Guido e alla scoperta della fede e della cultura. Interessanti, inoltre, i suoi incontri in carcere: con Vallanzasca, con Moretti, con la veggente Natuzza Evolo e, soprattutto, con un poeta eccezionale, il maestro Milo De Angelis.

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