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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2013 alle ore 23:13.

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Milla Jovovich (Ansa)Milla Jovovich (Ansa)

Quale spazio è concesso all'immaginazione in un'epoca assediata dalle immagini esteriori? E che senso ha cercare di costruire un'immagine del mondo, quando il mondo stesso si è fatto immagine? Sono queste, le domande che risuonano negli ampi spazi della 55.Esposizione internazionale d'Arte di Venezia. Una Biennale, questa, che, nelle intenzioni stesse del suo curatore, il quarantenne Massimiliano Gioni, vuol indagare sulle ossessioni, sul potere trasformativo e sulle fughe dell'immaginazione. E che già nel titolo della manifestazione, «Il Palazzo Enciclopedico», racchiude il suo intento.

Il «Palazzo» immaginario di Marino Auriti
Così si chiamava, infatti, l'utopistico progetto che Marino Auriti, artista auto-didatta italo americano, depositò nel 1955 presso l'ufficio brevetti statunitense: era una sorta di immenso museo immaginario, che avrebbe dovuto ospitare l'intero sapere del genere umano, in primis scoperte e invenzioni come la ruota e il satellite. Auriti progettò un edificio di 136 piani che avrebbe dovuto raggiungere i 700 metri di altezza e occupare più di 16 isolati della città di Washington. «L'impresa rimase incompiuta - racconta Massimiliano Gioni - ma il sogno di una conoscenza universale e totalizzante attraversa la storia dell'arte e dell'umanità e accomuna personaggi eccentrici come Auriti a molti artisti, scrittori, scienziati e profeti che hanno cercato - spesso invano - di costruire un'immagine del mondo capace di sintetizzarne l'infinita varietà e ricchezza».
Eppure oggi, alle prese «con il diluvio dell'informazione, questi tentativi di strutturare la conoscenza in sistemi omnicomprensivi ci appaiono ancora più necessari e ancor più disperati».

Il Palazzo Enciclopedico
Eccolo, dunque, Il Palazzo enciclopedico secondo Massimiliano Gioni. Si tratta di una "mostra-ricerca", concepita come un museo temporaneo, che combina opere d'arte contemporanea, reperti storici, oggetti trovati e artefatti, con opere che vanno dall'inizio del secolo scorso a oggi, includendo più di 150 artisti provenienti da 37 nazioni.

La mostra - che sarà visibile al pubblico dal 1° giugno, e da mercoledì 29 maggio aprirà in preview - punta dunque a esplorare «i modi in cui le immagini sono utilizzate per organizzare la conoscenza e per dare forma alla nostra esperienza del mondo».
Un unico percorso espositivo, si articola dal Padiglione Centrale (negli spazi dei Giardini) fino all'Arsenale. E a mostrare il suo approccio antropologico allo studio delle immagini, ecco che l'itinerario inizia con una presentazione del Libro Rosso di Carl Gustav Jung, raccolta di visioni e fantasie che introduce la riflessione, leitmoviv dell'esposizione.

Dieci Paesi presenti per la prima volta alla Biennale
La Mostra è affiancata da 88 Partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini,
all'Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 10 i Paesi presenti per la prima volta: Angola, Bahamas, Regno del Bahrain, Repubblica della Costa d'Avorio, Repubblica del Kosovo, Kuwait, Maldive, Paraguay e Tuvalu.
Novità assoluta è anche la partecipazione della Santa Sede con una mostra allestita nelle Sale d'Armi.
Il Padiglione Italia - in Arsenale - è curato quest'anno da Bartolomeo Pietromarchi con una mostra dal titolo "vice versa". Sono 47, infine, gli eventi collaterali.

La Biennale di Venezia
55.Esposizione internazionale d'Arte
«Il Palazzo Enciclopedico»

1°giugno -24 novembre 2013

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