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Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2013 alle ore 08:41.

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L'ho persa per anni, dopo averla gustata come pochi altri cibi, poi all'improvviso in un piccolo vicolo di Rapallo l'ho incontrata di nuovo, cucinata come Dio comanda, servita su un intonato letto di verdure (fagiolini, cipolla dolce, pomodoro). È la mupa (centrolofo viola) un pesce che vive tra i 300-700 metri di profondità che si pesca con palamiti d'alto fondale o filarcioni innescati con cefaloidi, gamberi o sardine. Un pesce dalla carne così tenera, così ricca di sapori marini (dovuti a ciò che mangia) da rimpiangerla dopo l'ultimo boccone. E questo incontro ravvicinato mi è capitato a Rapallo, in un locale dal nome improbabile per un ristorante «Rocco e i suoi fratelli» (vico Saline 5, telefono 0185 694058), ma dove tutto è una sorpresa, una bella sorpresa. Innanzitutto forse è l'unico posto dove ogni piatto del menu porta accanto il tempo di attesa, quindi la carta si apre con l'indicazione dei fornitori di ingredienti (nomi tutti di grande eccellenza). Il paniere del pane (focaccia, pane e grissini caldi) è della casa. Di livello anche la carta dei vini, soprattutto per la presenza dei "cosidetti naturali" (ho bevuto il bianco di cascina degli Ulivi). Oltre al piatto di mupa ho gustato una caponata tiepida (come benvenuto), involtini di melanzane alla siciliana in crosta, ricotta infornata e ragusano; poi penne rigate alla norma, melanzane (fritte come si deve) pomodorini e ricotta infornata. Il menu offre una varietà di piatti (paste, risotti, varietà di pescato) molto intriganti dove si sente l'origine siciliana dei gestori siciliana, pietanze tutte preparate al momento. Sine qua non
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