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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2013 alle ore 08:29.

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L'umanità è una specie connessa al resto della natura vivente per origine e destino, nella salute e nella malattia. Gli esseri viventi sono collegati fra loro, scrive David Quammen nel suo splendido studio, anche dal legame naturale delle infezioni, cioè dalle interferenze di una specie nell'altra all'interno degli edifici biofisici dell'ecosistema. Gli agenti delle infezioni sono microscopici (batteri, funghi, amebe) e ultramicroscopici (i virus). La storia è stata influenzata da epidemie di peste, colera, vaiolo, tifo, tbc, influenza, come quella del 1917-1919 con 50 milioni di vittime e ora d'Aids, che ha fatto oltre 30 milioni di morti e infetta 34 milioni di persone. Le cause dello scoppio più o meno improvviso delle epidemie sono mutazioni degli agenti patogeni e degli ospiti, cambiamenti climatici, sociali e ambientali, comportamenti nuovi delle specie aggredite. Le malattie non virali sono controllate con medicine e misure igieniche. L'assedio preoccupante è posto oggi dai virus. Sorti contemporaneamente ai primi esseri viventi, i virus, sostengono molti biologi, contengono un archivio genetico che sta circolando da miliardi d'anni, con effetti sorprendenti. La coevoluzione ha portato, ad esempio, ad un mescolamento genetico in seguito al quale il nostro genoma è costituito per l'8% di materiale virale. C'è chi motteggia che i virus, nel corpo umano, si trovano a casa. Le nostre difese sarebbero geneticamente poco efficaci.
Il libro di David Quammen è il resoconto delle strategie virali e delle recenti epidemie in uomini e in animali. Per il biologo Peter Medawar, premio Nobel per la medicina nel 1960, «i virus sono frammenti di cattive notizie avvolti in una proteina». In realtà, non tutti i virus sono nocivi in ogni ospite e in ogni momento. È interesse del virus, parassita e opportunista, non danneggiare troppo e non uccidere l'ospite troppo presto. Il virus Ebola è rimasto, fino a ora, circoscritto perché uccide l'ospite troppo in fretta. Attraverso le vie respiratorie e digestive e per lesioni di pelle e mucose i virus entrano nelle cellule dell'ospite e, per riprodursi, le distruggono. Può succedere che relativamente poche cellule siano colpite e che l'infezione si diffonda senza disturbi. Per molte generazioni, o anche per secoli, può stabilirsi un equilibrio ecologico fra un virus divenuto meno aggressivo e un ospite più resistente in un ecosistema relativamente stabile. La tregua è spesso finita se il virus cambia ospite per zoonosi (che è il passaggio da una specie all'altra) o per cambiamento ambientale o per mutazione genetica. I virus più nefasti sono quelli che colonizzano più di una specie, perché sopravvivono anche se uno degli ospiti è diventato resistente. Poliomielite e vaiolo sono, da tempo, sotto controllo perché colonizzano solo l'uomo.
Il 60% delle infezioni virali umane e tutte le influenze avvengono per zoonosi. Pipistrelli, uccelli, polli sembrano essere fra le più vaste riserve dei virus che ci assediano. I virus sono puro materiale genetico di un genoma semplice o molto semplice, senza meccanismi della riproduzione e senza metanolismo. Della vita condividono gli eventi della selezione naturale: competono, combattono, attaccano e distruggono per sopravvivere e moltiplicarsi, mostrando uno straordinario adattamento all'ambiente. Gli antibiotici agiscono contro i batteri impedendo la crescita della loro membrana o interferendo col metabolismo delle loro proteine. I virus non hanno né l'una né l'altro, e per questo sono indifferenti ai killer drugs. Contro di loro agiscono, finché i virus non mutano, gli anticorpi, cioè i vaccini. Il materiale genetico virale può essere Rna o Dna. Il virus-Rna è più semplice perché non ha la doppia elica dei geni ma una sola filiera di molecole. Esso ha un ritmo di mutazioni e variazioni genetiche che è circa mille volte quello dei virus-Dna. In poco tempo i virus-Rna producono nel corpo invaso popolazioni immense e geneticamente non identiche, e quindi meno controllabili da parte degli anticorpi. I virus-Rna causano le malattie più frequenti come influenze e raffreddori, inoltre l'Aids, la Sars (la cosiddetta e temibile influenza dei polli, che nell'uomo provoca l'insufficienza respiratoria acuta), il morbillo, gli orecchioni, la febbre gialla, la rabbia, la dengue l'Ebola, l'Hendra e altre. Essi si trovano ovunque, negli oceani, nel suolo, nelle città e nelle foreste e infettano batteri, funghi, piante e animali. Si pensa che ogni cellula ospiti almeno un virus-Rna. I virus-Dna (come quelli della varicella e dell'herpes zoster) sono stabili e lenti nelle mutazioni e creano di regola popolazioni di dimensioni modeste.
Quali "cattive notizie", per usare le parole di Peter Medawar, dobbiamo aspettarci? I microbiologi paventano un next big one, cioè una pandemia virale, probabilmente di tipo influenzale, con un massacro di proporzioni inaudite. Che cosa la farà scoppiare? Quando la crescita di una specie acquista dimensioni innaturali, essa o si arresta lentamente o per crollo improvviso. Una volta superati i sei miliardi di persone, ammonì tempo fa il biologo Edward O. Wilson, l'umanità si avvicina all'incompatibilità con l'ambiente. Da allora la popolazione è cresciuta di un miliardo e continua a crescere di 70 milioni di persone l'anno. La massa umana supera di oltre 100 volte il volume di qualunque altra specie vivente e vissuta. Essa si è estesa e continua a dilagare in tutti gli angoli della terra, sconvolgendo ecosistemi remoti e antichi di millenni, costruendo strade, estirpando e asfaltando boschi e foreste, usando a profusione concimi tossici, inquinando laghi, mari, fiumi e torrenti, trivellando in terra e in mare. Una delle conseguenze della devastazione ambientale è l'attivazione di batteri e virus fino allora silenti. Le dimensioni e la velocità della crescita umana depongono a favore dell'arresto per schianto. Come avverrà? Molti epidemiologi ritengono che i dati convergano a favore dell'ipotesi che il next big one, cioè la riduzione drastica della popolazione, sarà provocata da una pandemia influenzale di virus-Rna, facilitata anche dalla rapidità dei collegamenti fra regioni lontanissime. I virus potrebbero essere nuovi per mutazione oppure esser vissuti in altri animali e attaccare per zoonosi l'uomo per la prima volta, trovandolo privo di difesa in un ambiente divenuto sfavorevole per eccesso d'abitanti. Anche se questa previsione non dovesse pienamente avverarsi, per miliardi d'esseri umani la vita potrebbe diventare un inferno.

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