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Questo articolo è stato pubblicato il 13 giugno 2013 alle ore 12:56.

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Lo spettacolare «Star Trek» e il toccante «Il caso Kerenes» - Foto

Fantascienza, horror, animazione 3d e pellicole d'autore: in questo weekend nelle sale italiane arrivano diverse proposte, pronte ad accontentare tutti i gusti e tutte le fasce di pubblico.
Il titolo più atteso è certamente «Into Darkness-Star Trek» di J.J.Abrams, sequel di quel film del 2009 («Star Trek-Un nuovo inizio») con cui il regista americano aveva fatto ripartire da zero la saga creata negli anni '60 da Gene Roddenberry.

Il giovane equipaggio dell'Enterprise, capitanato da Kirk e dal signor Spock, questa volta deve vedersela con il temibile Khan (personaggio introdotto in una puntata della serie classica e già protagonista del film «Star Trek II-L'ira di Khan» del 1982), una sorta di superuomo modificato geneticamente in grado di minacciare da solo l'intera Federazione.

Grazie a uno stile sempre efficace e privo di sbavature, il bravo J.J.Abrams si conferma il vero erede di Steven Spielberg: «Into Darkness-Star Trek» ha gran ritmo, diverte e intrattiene grazie a straordinari effetti speciali e a un ottimo 3d che rappresenta il vero valore aggiunto dell'operazione.

Rispetto al comunque superiore film precedente, l'andamento narrativo è meno articolato e più scontato, seppur non manchino i colpi di scena e un ancora maggiore approfondimento psicologico sui personaggi.
All'interno di un cast complessivamente in buona forma, svetta il poco conosciuto Benedict Cumberbatch nei panni del malvagio Khan.

Toni decisamente più intimi sono quelli de «Il caso Kerenes» del rumeno Calin Peter Netzer, premiato con l'Orso d'oro all'ultimo Festival di Berlino. La trama ruota attorno al rapporto tra Barbu, un uomo che ha da poco superato i trent'anni, e la madre Cornelia che lo tratta ancora come un bambino. Cresciuto in un ambiente in cui i soldi possono comprare tutto, Barbu uccide accidentalmente un ragazzino in un incidente stradale: per proteggere il figlio, Cornelia sarà disposta a tutto.

Seppur la sceneggiatura sia piuttosto semplice e lineare, «Il caso Kerenes» è un film che tratta diverse tematiche: dalle relazioni interfamiliari all'elaborazione del lutto, fino alla rappresentazione di una realtà corrotta in cui i soldi muovono a loro piacimento le istituzioni dello Stato. Netzer rischia così di mettere troppa carne al fuoco, soprattutto in una parte centrale fin troppo ridondante, ma nel complesso riesce ad affrontare con grande sensibilità argomenti scomodi e mai banali. Da segnalare l'ottima performance dell'esperta Luminita Gheorghiu nei panni della madre Cornelia.

Altra pellicola d'autore è «Il fondamentalista riluttante» di Mira Nair, scelto come titolo d'apertura della Mostra di Venezia 2012. Protagonista è Changez, un professore pakistano, che racconta la sua vita a un giornalista americano: il suo arrivo negli Stati Uniti, dove in breve tempo diventa un ambizioso analista di Wall Street, e l'infrangersi di tutti i suoi sogni dopo l'11 settembre 2001, quando il clima di sospetti e pregiudizi nei suoi confronti lo costringono a tornare in patria.

Tratto dal romanzo omonimo di Mohsin Hamid, «Il fondamentalista riluttante» racconta con forza un momento chiave della storia contemporanea: il crollo delle Torri Gemelle come dissoluzione definitiva del sogno americano.
Mira Nair dimostra il consueto rigore formale, nonostante la sua ultima fatica non abbia particolari guizzi e rimanga impressa più per i contenuti che per le scelte stilistiche.

Decisamente meno impegnato è «Hates-House At the End of the Street», horror di Mark Tonderai con Jennifer Lawrence. L'attrice interpreta Elissa, un'adolescente che insieme alla madre si è appena trasferita in una grande casa di una tranquilla cittadina di provincia. L'ottimo prezzo ottenuto per l'abitazione è dovuto a un tragico avvenimento di qualche tempo prima: nella casa accanto, una ragazza ha ucciso i genitori e l'unico superstite, il fratello dell'omicida, vive ancora lì.

Fin dal soggetto è facilmente riscontrabile come «Hates» sia un prodotto poco originale e vittima dell'involuzione che ha colpito molti film del genere negli ultimi anni. Pochi spaventi e molti sbadigli per un'operazione priva di punti di forza, eccessivamente studiata a tavolino e con una protagonista spaesata e poco in parte.
Infine, da segnalare l'uscita di «Monsters & Co», in versione 3d: il film del 2001, firmato da Pete Docter, è stato riconvertito in stereoscopia dalla Pixar Animation negli scorsi mesi. Un gustoso antipasto dell'attesissimo prequel «Monsters University», che arriverà nelle nostre sale a fine agosto.

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