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Questo articolo è stato pubblicato il 21 giugno 2013 alle ore 14:15.

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Da Simona Bertozzi un omaggio a Corelli e alla follia di Erasmo - Foto

Evoca balli di corte, schermaglie amorose, giochi d'epoca, atmosfere medievali. Ma senza raccontare. Senza il gesto edulcorato. Senza le pose barocche. Barocca lo è solo la musica, di Arcangelo Corelli. Su questo paesaggio sonoro Simona Bertozzi dispiega una coreografia rigorosa per rendere omaggio "al vigore matematico e alla levità poetica della musica" del compositore e violinista ravennate (eseguita in scena dal quartetto Delfico Ensemble). Il segno di Bertozzi è fortemente contemporaneo, il movimento spezzato e lineare, allungato nelle braccia, proteso in alto e a terra, in direzioni opposte che mutano mentre virano in traiettorie diagonali, in frontali bloccati ma mossi nell'interno, sciolto in sospensioni che vibrano di nuovi impulsi. Lei è la prima a entrare in scena, a passettini, quasi in ascolto dello spazio. Palpa l'aria, ha cedimenti improvvisi delle gambe che si piegano aperte e oscillanti, in scatti in avanti del piede e del busto. Apre braccia che sembrano ali, e sosta con una sola gamba come fosse un uccello a riposo. L'arrivo del partner, anche lui in maglietta pastello e pantaloncini bianchi da giocatori, dà l'avvio a un duetto che rimanda a un corteggiamento a distanza, ad un avvicinamento di seduzione, ad un duello fra schermidori, mentre le mani, aperte sul viso, sembrano fungere da maschera di protezione.

In questo "Elogio de "La folia" (commissionato dal Ravenna Festival alla coreografa e danzatrice bolognese con importanti esperienze di formazione e di pratica all'estero), c'è un universo di emozioni tangibili nell'astrattezza dei gesti tra articolazioni e cesure che scrivono nello spazio sentimenti universali traslati da Bertozzi con una grammatica asciutta, severa, con un lessico tattile e interiore. Cresciuta principalmente col verbo di Virgilio Sieni, del coreografo fiorentino si avverte ancora qualche influenza sulla quale Simona ha però gemmato un linguaggio tutto suo scritto nel suo corpo e trasmesso ora a due, ora a tre danzatori. Se qualcuno di questi giovani risulta ancora acerbo, gli altri manifestano l'aver fatto proprio quel linguaggio. Interpreti di assoli, poi di terzetti, infine di quartetti che si espandono e si ritraggono, strisciano in ginocchio e a terra senza mai staccarsi, cercandosi nelle braccia unite, nell'intreccio di corpi che si sostengono, che si aiutano ad alzarsi, che saltano, che battono le mani a terra, generando una vertigine della quale sentiamo il palpito. E se in queste sequenze, a tratti, si avverte una qualche lungaggine, nel duetto finale con Manfredo Perego, Simona ritrova un'ulteriore felicità creativa. Così, la follia della celebre opera del filosofo-teologo Erasmo da Rotterdam alla quale si è ispirata, si dispiega nella ricerca della coincidenza degli opposti, nella dialettica ludica con la saggezza, attraverso una scrittura coreografica che pone in dialogo i corpi in un confronto ora serrato ora leggero, tra ostinazione e fragilità, rigore e trasfigurazione, linearità e frammentazione. Con la serietà di chi si mette in gioco.

ELOGIO DE "LA FOLIA", coreografia Simona Bertozzi, interpreti Simona Bertozzi, Manfredi Perego con la partecipazione di Andrea Sassoli, Sara Dal Corso, progetto luci e scene Antonio Rinaldi, musiche di Arcangelo Corelli, Alessandro Scarlatti, Francesco Maria Veracini, Bernardo Pasquini, eseguite dal Delfico Ensemble Andrea Vassalle violino barocco Federica Bianchi clavicembalo Valeria Brunelli violoncello barocco Flora Papadopoulos arpa doppia. Produzione Nexus - Ravenna Festival 2013. Al teatro Rasi per il Ravenna Festival.

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