Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2013 alle ore 14:53.

My24
Arrivano i Rides, nuova superband di Stephen Stills. Intanto Crosby, Stills, Nash e Young fanno rotta sull'Italia

Stephen Stills per i supergruppi ha sempre avuto una specie di mania. Sarà perché si è fatto le ossa nei Buffalo Springfield, band canadese-statunitense che, oltre a lui, annoverava gente del calibro di Neil Young e Richie Furay. Sarà perché ha preso lezioni di chitarra da un certo Jimi Hendrix, esperienza che deve lasciarti dentro un'insopprimibile attitudine alla jam.

Con David Crosby, Graham Nash e, talvolta, lo stesso Young alla fine degli anni Sessanta ha dato vita al supergruppo più longevo e influente di sempre per poi concedersi, nei Settanta, una pausa country con l'amico Chris Hillman nei Manassas. Gli amanti del filone questo mese troveranno pane per i loro denti: Crosby, Stills & Nash il 17 luglio sono a Brescia, il 19 a Roma e il 20 a Piazzola sul Brenta, mentre Neil Young con i Crazy Horse farà rotta su Lucca (25) e la Capitale (26). Pure il mese prossimo non scherza: in attesa del nuovo album targato CSN la cui uscita non è ancora stata calendarizzata, il 26 agosto esce infatti «Can't Get Enough», esordio discografico di The Rides. Il nome non vi dirà molto, ma si tratta dell'ultima superband di Mr Stills, un progetto intergenerazionale che riunisce accanto al poeta di «Suite: Judy Blue Eyes» il tastierista Barry Goldberg, fondatore degli Electric Flag già al fianco di Dylan ai tempi della svolta rock, e il 35enne Kenny Wayne Shepherd, ultimo grande virtuoso della chitarra blues. Ensemble completato al basso da Kevin McCormick, uomo di fiducia di Jackson Browne e Melissa Etheridge, e dal batterista Chris Layton, ai tempi belli nei Double Trouble della buonanima di Steve Ray Vaughan. Con queste coordinate diventa fin troppo facile comprendere la ricetta che i Rides ci propongono: un'accattivante miscela di folk rock della West Coast e blues elettrico, pezzi originali e standard del grande songbook americano.

Tra blues e ballate
Si parte con «Missipi Road House», tra riff affilati di chitarra elettrica e trilli di honky tonk piano, mentre Mr Stills ruggisce con tutta la voce che gli è rimasta come fosse un coyote che difende la preda. Direttamente dal repertorio di Big Maybelle, indimenticata «Regina Madre» del soul a stelle e strisce, arriva «That's a Pretty Good Love», pezzo che i Rides riconducono idealmente nel territorio di Chicago, con Shepherd che sale in cattedra cimentandosi in solistiche degne del giovane Eric Clapton. «Don't want lies» ci propone il solito Stills: il primo singolo estratto dall'album è infatti una ballata dolente che non sfigurerebbe nella scaletta di CSN, tra corde di chitarra acustica pizzicate senza troppo rispetto e domande esistenziali che non trovano risposte.

L'omaggio a Iggy Pop
Sorpresa delle sorprese, nel disco trova posto persino «Search and Destroy», distillato di rabbia proto-punk con cui Iggy Pop e gli Stooges nei primi anni Settanta presero a calci l'establishment musicale statunitense (Crosby, Stills e Nash compresi). La cover dei Rides è molto più educata, materia per virtuosi della chitarra elettrica come Kenny Wayne. Slow blues atipico e rabbioso è «Can't get enough of loving you», in cui Goldberg toglie il panno rosso all'Hammond per rendere alla voce di Stills l'evidenza che merita. «Honey Bee» è uno standard che arriva direttamente dal repertorio di John Lee Williamson e permette a Goldberd di raggiungere le note più alte dell'organo come faceva quando gli toccava star dietro all'estro di Mike Bloomfield.

Se Stills canta come Young
Ci scappa pure una cover abbastanza filologica di «Rockin' in the Free World», con Stills che si diverte a fare il verso all'amico Young tirando fuori il timbro più nasale che ha. Altro padre nobile del blues omaggiato è Elmore James: sua «Tolk to my baby» che i Rides reinterpretano in una scoppiettante versione. Di grande suggestione il duello chitarristico intergenerazionale su «Only Teardrops fall», mentre la chiusura del disco è affidata alla tiratia «Word Game», ennesima prova di bravura del giovane guitar hero che per ben sei volte ha raggiunto la testa della classifica blues di Billboard. Chissà se, archiviato «Can't Get Enough», l'avventura dei Rides continuerà. Sarebbe interessante vederli alle prese con un album di solo materiale inedito. Può essere, se Stills ci prende gusto.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi