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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2013 alle ore 14:59.

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L'universo inesplorato dei disegni di Hopper in mostra al Whitney Museum di New York - Foto

Quelli che Hopper stesso definiva studi preparatori per i dipinti, sono al centro della prima grande retrospettiva mai realizzata su questi soggetti. Il patrimonio di bozzetti, schizzi e disegni (il pittore americano che non li considerava arte a sé stante, ma quale fase preparatoria che gli consentiva di ricavare ulteriori idee ed una più esauriente prospettiva per i suoi quadri ad olio), si basava su due principi ben distinti apparentemente in opposizione ma che servivano a sintetizzare le direttive principali nel suo lavoro. Il primo era quello di ritrarre fatti, luoghi e persone, come egli stesso ammetteva, ricavandone intuizioni dalla diretta osservazione del reale e, l'altro aspetto, era quello di improvvisare nella costruzione compositiva della scena con questi elementi seguendo la propria immaginazione.

Nella storia del Whitney Museum la figura di Hopper la fa da protagonista, l'istituzione newyorkese non è nuova ad esposizioni monografiche sull'artista (anche se spetta al MoMa il merito di aver allestito la prima vera retrospettiva delle opere del pittore nel 1933) avendone organizzata una già nel 1920, per esplicito desiderio della scultrice Gertrude Vanderbilt fondatrice del Museo (all'epoca chiamato Studio), agli inizi del ventesimo secolo. La mostra intende mettere in evidenza ed analizzare principalmente il metodo pittorico sviluppato da Hopper nell'arco della sua carriera attraverso ben 2.500 fra questi lavori pensati in qualche modo come dei storyboard ante-litteram. Le tecniche principalmente utilizzate per questa cosiddetta "fase di preparazione" per opere maggiori, (arte che in realtà Hopper ha praticato per tutta la vita), sono quelle dell'incisione con penna e inchiostro, e dell'uso della tempera. Si tratta, in altre parole, dei linguaggi impressi dall'avanzare dello stile grafico imperante nel ramo dell'illustrazione nell'era d'oro di maggiore espansione della arte figurativa americana di cui Hopper si è occupato per molti anni, fornendone superbi esempi per riviste professionali e per la pubblicità, settore in cui si era oltremodo distinto. Ci si può così avvicinare alle linee programmatiche alla base della scelta artistica di Hopper, in cui va a delinearsi nettamente l'influenza subita durante il soggiorno europeo. Estremamente chiari in alcuni bozzetti i riferimenti a Monet padre dell'impressionismo.

Da sottolineare inoltre, le esplicite citazioni sull'architettura moderna caratterizzanti dello skyline statunitense. Studiando i suoi quadri si nota una profonda conoscenza della mappa suburbana della città di New York. Le ambientazioni scelte per le sue location provengono dallo studio approfondito della trasformazione del paesaggio urbano della metropoli. L'interesse per la "scienza delle costruzioni"si materializza nel palazzo all'angolo dell'11 strada della Greenwich Avenue la cui pianta, è stata impiegata per Nighthawks. E proprio i 19 disegni preparatori per questo, che viene considerato il suo capolavoro, sono esposti accanto all'originale, in un unico gruppo per la prima volta. Si raffigurano nei particolari, lo spazio, la costruzione dei dettagli, la composizione delle figure e la loro dislocazione nell'ambiente. Per ritrarre sé stesso, l'artista ha utilizzato uno specchio, mentre da modella per la famosa donna dalla chioma rossa del ritratto sua moglie Jo. Si continua in questo senso con la serie dedicata al New York Movie, altri esercizi di stile su luoghi esistenti da ritrarre reinterpretandoli nelle sue composizioni.

Particolarmente interessante la sezione dedicata alle figure isolate (emblema dei suoi quadri), che lo portarono a sviluppare ulteriormente l'inclinazione verso una visione metafisica dell'esistenza e della propria arte. L' analisi formale degli elementi come le mani, i volti, la plasticità dei corpi (gli stessi studi che hanno caratterizzato poi i dipinti di Michelangelo e di Leonardo) mettono in risalto quelli che sono i canoni di un processo alla base dell' esperienza creativa anche di millenni diversi. Insomma un universo inesplorato che vale la pena di decodificare per meglio comprendere la linea programmatica alla base del linguaggio espressivo di un immenso esponente dell'arte del secolo passato.

Hopper Drawing
Whitney Museum of American Art
945 Madison Avenue at 75th Street
New York, NY 10021
(212) 570-3600
Fino al 6 ottobre 2013

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