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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2013 alle ore 08:38.

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Abitare il mondo – trasmissione e pratiche, voilà la prima Biennale Danza firmata da un coreografo italiano. Non una vetrina di spettacoli – quella per il "direttore" Virgilio Sieni, appena nominato Chevalier de l'Ordre des Arts et des Lettres, da parte del ministero della Cultura francese (evviva!), arriverà nel 2014, ma una proposta formativa. Squadernata per campi e giardini, Conservatorio, Arsenale e sale del Teatro La Fenice, tale, soprannominata, Biennale College è stata tagliuzzata in percorsi, per offrire, in una tre giorni di fine giugno, la panottica visione (o illusione) di tanti modi di vivere, inventare, trasmettere danza.
Ecco là le belle coppie di madri e figli sul praticello verde delle Gaggiandre all'Arsenale, tutte intente a rispecchiarsi nelle loro dilettantesche somiglianze, alzando braccia, costruendo simmetriche e asimmetriche figure per lanciarci addosso (in una Agorà dello stesso Sieni) bordate di tenerezza avvolta in una mielosa musica per violoncello. Ed ecco qua, nelle Sale Apollinee della Fenice, cinque merlettaie, invitate da Ambra Senatore a mostrare la riscoperta tradizione di un lavoro prezioso e delicato. Le cinque donne, sedute, si muovono come in un presepio: in alto gli scrigni sui quali sono distesi i loro ricami, fingono di parlare, di lanciarsi fili e qualcuna danza, rapita, come Isadora Duncan.
Il tono non cambia, anche se il gesto si fa preciso, anzi virtuoso, in una pièce ancora in fieri di Alessandro Sciarroni (percorso Invenzioni) per quattro giocolieri. Alle Tese dei Soppalchi il tempo viene egualmente sospeso, ma nell'attesa, senza epoca, dell'armonia o del fallimento dei jongleurs che, tra sguardi di intesa, precipitano sempre in un loro "da capo". Il meglio in troppa danza friabile (di Arkadi Zaides, Thomas Lebrun Frank Micheletti e ancora di Sciarroni), volta solo a "richiedere l'amicizia", come in Facebook, giunge dal solido lavoro, con adolescenti e ragazzini, dell'Accademia del Gesto di Sieni trasportata a Venezia nei percorsi intitolati "Vita Nova".
In Racconto, Giordano Signorile (nomen omen), bimbetto tutto riccioli e occhiali neri, sa governare se stesso e il cerchio con cui dialoga con consumata intensità e Serena Carella, la partner in Duetto, diffonde la sua presenza scenica in eleganti arabesque. Alla freschezza della già nota prima parte di In ascolto, Baudelaire si aggiunge, ora, la poesia di un quartetto di incastri coreografici. "Abitare il mondo" è così diventato domicilio di un Sieni innamorato della tenera giovinezza, ma il mondo non gli somiglia e contraddizioni, veli scuri, ferite profonde e misteriose (assieme a educatori e coreografi meno à la page e più capaci) andavano trovati.
Per questo tra le "Prime Danze" abbiamo prediletto la lacerata istintività di Lorenza Dozio in ALibi e lo sguardo della nota Cristina Rizzo (chiusa in uno dei recinti trasparenti di "Atleta Donna") melanconicamente iracondo. Un implicito "non condivido".
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Biennale College, Venezia, 28-30 giugno; Cenacoli fiorentini-Grande adagio popolare-quattro azioni coreografiche di Virgilio Sieni, 9-12 luglio; Santarcangelo 13, "In ascolto" e "Racconto" 12-14 luglio.

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