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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2013 alle ore 08:37.

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L'ultimo volume di Silvana Sciarra, una delle più importanti giuslavoriste italiane, è quanto mai attuale: cosa si può fare per contrastare la paura dell'Europa che si è diffusa in particolare nel mondo del lavoro dipendente, oltre che tra settori sindacali che quel mondo rappresentano sul piano sociale? Se si impone la narrativa secondo la quale l'integrazione europea concerne i mercati e le banche, ma non il lavoro e la società, allora sarà inevitabile la resistenza a quel processo. Se l'integrazione europea verrà percepita come un processo finalizzato a smantellare i sistemi giuridici nazionali, il cui scopo è quello di proteggere il lavoro e le relazioni sindacali, allora sarà inevitabile che larghi settori sociali finiscano per interpretare quell'integrazione come una minaccia ai sistemi di welfare e di contrattazione collettiva. Fu questa percezione, dopo tutto, che portò buona parte delle organizzazioni sindacali francesi a mobilitarsi contro il Trattato Costituzionale, nel referendum che lo bocciò clamorosamente nel maggio del 2005. Silvana Sciarra ricostruisce con sapienza giuridica e sensibilità culturale le ragioni della paura dell'Europa, ma anche le possibilità di sperimentazione di strategie istituzionali e di policy per superare quella paura.
Sulle ragioni della paura dell'Europa, Sciarra riconosce che le politiche comunitarie del lavoro hanno dovuto scontarsi con il dramma di una crisi economica senza precedenti, ma anche con le difficoltà provenienti dalla loro natura intergovernativa. Gli impegni assunti dall'Unione Europea con progetti a favore del lavoro quali "Lisbona 2000" o più recentemente "Europa 2020" si sono tradotti, dice Sciarra, in esercizi declamatori più che in azioni effettive. Probabilmente, ciò è dovuto a quel approccio intergovernativo, noto come "Metodo aperto di coordinamento", finalizzato a produrre cambiamenti nelle politiche attraverso la cooperazione volontaria dei governi nazionali. Anche se la Commissione europea si è molto impegnata a fornire informazioni sulle pratiche migliori nel campo delle politiche del lavoro, a registrare i punti di debolezza dei mercati del lavoro domestici, a proporre politiche (come la flexsecurity) che avrebbero potuto favorire esiti virtuosi per l'occupazione, tale sforzo non ha prodotto gli esiti sperati proprio perché i governi nazionali sono stati liberi di accogliere o meno le proposte avanzate. Tali proposte, non sostenute da un ragionevole sistema sanzionatorio, non hanno potuto tradursi in una maggiore integrazione dei mercati del lavoro e dei loro sistemi di governance.
Sulle possibilità per superare la paura dell'Europa, l'analisi di Sciarra è di una precisione e profondità rimarchevoli. La formazione di un mercato europeo è un'opportunità, non una minaccia, per il mondo del lavoro. E, comunque, è del tutto fallace pensare di potere difendere posizioni acquisite di welfare e di contrattazione rinchiudendosi nei sistemi giuridici nazionali. Occorre aprire i mercati del lavoro nazionali e contemporaneamente elaborare sistemi regolativi del loro funzionamento adeguati rispetto ai valori fondativi della civiltà europea del lavoro.
Per aprire i mercati del lavoro, consentendo trasferimenti da Paesi in crisi ad altri in crescita, molto può essere fatto per proteggere i diritti sociali di chi si trasferisce, per vedere riconosciute esperienze e acquisizioni precedenti, per garantire rientri che riconoscano il lavoro svolto in altri Stati membri nella fase successiva di stabilizzazione del ciclo. È indubbio, infatti, che la rigidità dei mercati del lavoro europei, impedendo la mobilità tra Stati membri in cui c'è carenza di lavoratori ed altri in cui c'è carenza di lavoro, abbia costituito un fattore di esacerbazione della disoccupazione generata dall'attuale crisi finanziaria. Per elaborare nuovi sistemi regolativi, Sciarra offre molte indicazioni, basandosi su proposte comunitarie, su iniziative delle parti sociali, su documenti di organizzazioni del lavoro e dell'impresa transnazionali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Silvana Sciarra, L'Europa e il lavoro, Solidarietà e conflitto in tempi di crisi, Roma-Bari, Laterza, pagg. 116,
€ 15,00

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