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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2013 alle ore 08:38.

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La musica popolare e la canzone d'autore, almeno in estate, vanno respirate. En plein air, naturalmente, ascoltando in tre dimensioni un mondo sonoro che nasce nelle piazze. Poi, si può anche passare dallo store ITunes e scaricare l'esperienza, per riviverla in cuffia. Quello che conta, finché possibile, è immergersi dentro quei paesaggi sonori, ormai ridotti a isole, che in alcuni casi (vedi Teho Teardo e Ludovico Einaudi, entrambi in giro questa estate) arrivano a produrre anche stupefacenti visioni interiori. Ecco dunque alcuni consigli, una breve playlist nomade per la bella estate 2013. Un viaggio italiano, con una sola (giustificata) eccezione. Cominciamo dal folk, l'unica vera musica interdisciplinare, perché raccoglie, in un racconto di pochi minuti, parole, suoni, danza e urgenza sociale.
1. Il sole sorge a Sud. Da scoprire senz'altro, Italia Talìa di Mario Incudine, classe 1981, cantante e attore di Enna (il 24 luglio live a Loano, dove ritirerà il Premio omonimo per la Musica tradizionale italiana). Da associare all'ascolto di Guten Morgen (2010, prodotto da Carmen Consoli) di Alfio Antico, ex-pastore siracusano folgorato dalle percussioni. Per entrambi, vale la medesima considerazione: è la musica del futuro, che sta invecchiando solo per essere meglio gustata, nella sua intatta e arcaica potenza sonora, anche tra dieci o vent'anni. L'ensemble trad di questa estate (non solo italiana) è invece il Canzoniere Grecanico Salentino di Mauro Durante (ai Suoni delle Dolomiti, il 5 agosto), espressione della "Pizzica indiavolata", con una premessa: vanno ascoltati dal vivo e, volenti o nolenti, con tutto il corpo.
2. Temporali estivi. A nord è invece la nuova canzone d'autore che regala qualche piacevole scoperta. Suoni freschi, lontani dal tormento della generazione degli anni Zero (vedi le Luci della Centrale Elettrica). Cominciamo con L'Orage (il 17 luglio a Courmayeur), rivelazione l'anno scorso a Musicultura. Valdostani, dopo aver navigato a vista nell'isola verticale, hanno inventato un mondo. Vale la pena esplorarlo. L'album di esordio, L'età dell'oro, sta scalando le classifiche ITunes, con la levità di chi è abituato alla montagna. E conosce l'idea di frontiera. Attraversata da sonorità acustiche franco-provenzali e arrangiamenti indie-rock. Per il resto, in attesa di ascoltare il Bestiari(o) familiar(e) di Alessio Arena, vincitore di Musicultura 2013, potete scaricare una piccola rarità, Make me a picture of the sun (Premio Ciampi nel 2011) della giovane Carlot-ta (classe 1990), poliglotta polistrumentista molto indie, pronta (in autunno) per il secondo album. E in giro (per la rete e per l'Italia) c'è anche Lo Stato sociale (Premio Mei e Siae), il più bizzarro e onesto fenomeno indie-pop dell'estate.
3. Parole vive. Si chiama Lorenzo Monguzzi una delle voci più intense e vive della nostra musica popolare, alla sua prima esperienza da solista dopo la bella esperienza con i Mercanti di liquore. Quest'estate viaggia insieme a Marco Paolini, con Song N.14 (il 24 luglio nel suggestivo Cantiere delle Ogr torinesi, il 28 agosto a Verona), coraggioso e innovativo concept di umanesimo musicale e teatrale. Da vedere e da ascoltare.
Ancora una cosa. Stasera, a Roma (al Foro Italico), arriva Leonard Cohen, che delle musiche popolari e d'autore del novecento è uno degli ultimi, grandi testimoni. Da domani, se credete che si possa accompagnare la musica con il silenzio di una lettura (sul silenzio), trovate fresco di stampa il suo Libro della misericordia (Minimum Fax), che raccoglie in cinquanta prose poetiche dense di ritmo e armonia, le preghiere di un collezionista di storie e di memorie.
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