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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2013 alle ore 14:19.

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Palazzo Brera, a Milano, è un complesso unico nel suo genere. Ma la convivenza al suo interno di Pinacoteca, Accademia, Biblioteca braidense, Istituto Lombardo, Osservatorio Astronomico, Museo Astronomico, Orto Botanico è fonte di problemi. L'articolo di Aldo Bassetti nel «Domenicale» del 7 luglio ne è testimonianza ed è anche un tentativo di nuova visione del futuro del Palazzo. Soprattutto in relazione a Palazzo Citterio, la cui destinazione è in continuo virtuale divenire, "inaugurato" nel 1984 con una rassegna dedicata a Burri e rimasto chiuso e incompiuto.
Palazzo Brera, insieme a Palazzo Citterio, ha tutte le caratteristiche per essere percepito e comunicato come un «Museo di musei», un «MetaMuseo», un «Sistema Culturale Integrato di Storia, Arte, Scienza, Natura», trasformando la diversità in risorsa.
L'Accademia, l'Osservatorio, l'Università hanno un patrimonio storico la cui gestione è del tutto coerente con la missione del Palazzo. Basterebbe poco per inserirle in un percorso museale. Perché non lasciare aperta la porta che attualmente mette in comunicazione la Pinacoteca e il Museo Astronomico? E perché non restituire le serre all'Orto botanico? E perché non riqualificare gli spazi aperti di Palazzo Citterio eliminando quell'orribile rete che li divide dall'Orto Botanico?
Ma è possibile immaginare percorsi molto più innovativi.
Palazzo Brera è una delle migliori testimonianze della filosofia che ha ispirato da oltre due secoli la costituzione delle grandi istituzioni per la conservazione del patrimonio storico e artistico. Il patrimonio è stato smembrato: i libri nelle biblioteche, i manoscritti negli archivi, gli oggetti nei musei, spesso ospitati in edifici dal rilevante valore storico-architettonico.
Ma il visitatore di un Museo è portatore di conoscenze, valori, aspettative che non trovano riscontro nell'organizzazione disciplinare e tematica. Chi entra in Palazzo Brera si rende conto di essere in una situazione complessa e per ora caotica: Napoleone, Bonaventura Cavalieri, Pietro Verri, Maria Gaetana Agnesi, Giovanni Virginio Schiaparelli incombono severi. Decine di indicazioni che dovrebbero orientare il visitatore nel labirinto lo costringono a faticosi percorsi. Percepirà, comunque, che saperi molto diversi sono testimoniati nel Palazzo. E se vorrà avere più informazioni sull'intreccio di tali saperi, e perché si sono concentrati proprio lì, le troverà solo leggendo libri o articoli con le storie delle varie istituzioni. Ma il linguaggio del Museo è diverso ed è un linguaggio non scritto.
Nei musei moderni è fondamentale l'organizzazione e la percezione dello spazio nell'elaborazione dell'esperienza museale da parte del visitatore. La visita al museo è un processo percettivo e cognitivo nel quale la cultura del visitatore entra in sintonia con quella dell'allestimento museale.
Tra gli oggetti e le istituzioni di Palazzo Brera esiste un patrimonio del tutto immateriale fatto di relazioni, legami, assonanze, contrasti che, messo in evidenza con un'adeguata riorganizzazione degli spazi e degli allestimenti, potrebbe determinare la sensazione di godimento e di piacevolezza nella visita.
Palazzo Brera ha tutte le caratteristiche affinché al visitatore venga prospettata un'offerta culturale innovativa.
Direttore Museo Astronomico-Orto Botanico di Brera
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