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Questo articolo è stato pubblicato il 10 agosto 2013 alle ore 13:32.

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Prampolini, 1947 foglio 17Prampolini, 1947 foglio 17

La " magnifica presenza" dell'isola di Capri rivive come pura materia futurista nei taccuini di viaggio di un genio di questa corrente artistica Enrico Prampolini, che vi soggiornò a lungo nel corso degli anni a partire dal secondo dopoguerra. Le memorie dei luoghi; le atmosfere sospese nel flusso del tempo che coabitano fino a diventare una sintesi della ricerca del tempo perduto e del tempo ritrovato proustiano, sono racchiuse in tre taccuini di piccole dimensioni realizzati da Prampolini e costituiscono un patrimonio inedito di circa 200 disegni, i cui soggetti sono ripresi dalla natura selvaggia caprese e dall'interazione degli esseri umani.

Questi elementi sono restituiti dall'immaginario di questo artista che li ridefinisce nei parametri dell'arte anche neocubista del Novecento. Le bagnanti sotto il sole di Marina Piccola o sugli scogli di Tiberio, ma anche le nature morte, le creature che popolano gli abissi marini, i nudi femminili, le incantevoli architetture dell'isola azzurra, fino ad arrivare ai volti degli uomini trasfigurati in maschere. Le soluzioni messe in pratica da Prampolini sono tutte visibili in questi piccoli disegni; espressione di un mondo fantastico e incantevole. Da sempre innovatore ed in un certo senso onnivoro dell'arte, si è interessato, infatti a livello europeo ed internazionale, a tutte le correnti artistiche che confluirono poi nell'avanguardia; contribuendo alla diffusione dell'arte astratta in tutte le sue forme. É stato un grande organizzatore di eventi, un editore costituendo importanti riviste dell'epoca come Noi, ma diede vita anche al Teatro della pantomima futurista ed alla Casa d'Arte Italiana.

Si interessò di scenografia dando alle stampe dei trattati come "Scenografia e coreografia Futurista", ed "Elementi formativi della scenografia contemporanea" che furono di enorme contributo teorico alla scenografia prettamente teatrale e che racchiudevano spunti ed osservazioni anche sull'arte coreutica. Ma il suo amore principale è stata la pittura prediligendo l'uso della polimateria, chiari esempi i suoi collages, di grande impatto visivo i suoi lavori sono contraddistinti da una forte luminosità, la stessa che si riscontra in questi piccoli tesori esposti come perle rare nella Certosa di San Giacomo. Si riassembla in ogni sua parte la concezione dell'arte prampoliniana, una sorta di perenne evoluzione dei linguaggi creativi, perché l'arte non deve mai sembrare assopita in una specie di limbo che cerchi di immunizzarla dalle influenze circostanti, anzi deve continuare ad assorbire le sollecitazioni del mondo esterno per reinterpretarle secondo principi e possibilità personali.

Questa mostra è il primo traguardo di un percorso pluriennale dedicato all'Isola futurista organizzato. All'esposizione si accompagnano, inoltre fotografie e documenti dell'epoca che raccontano le personalità più influenti he soggiornarono sull'isola come Alberto Moravia, Elsa Morante, Antonio Corpora a mille ed altri ancora).
La mostra è promossa dall'Associazione per l'Arte e la Cultura Contemporanea Il Rosaio con la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico, artistico, etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli, nel contesto dell' International Art Festival 2013, in collaborazione con il Comune di Capri.

Il Catalogo della mostra è pubblicato dalle Edizioni La Conchiglia di Capri.
Capri, Certosa di San Giacomo-Quarto del Priore
Prampolini. I Taccuini capresi 1946-1948
a cura di Gianluca Riccio
fino al 18 agosto 2013
Catalogo edito da La Conchiglia di Capri.

www.polomusealenapoli.beniculturali.it

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