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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2013 alle ore 14:46.

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Alberto II ha abdicato in favore del figlio Filippo, che così diventa il settimo re del Belgio. Alberto ha firmato l'atto di abdicazione nel corso di una solenne cerimonia di fronte a 250 tra dignitari e leader politici, ringraziandoli per «quantò é stato raggiunto durante il mio regno». «Philippe, tu hai tutte le qualità di cuore e intelligenza per servire molto bene il nostro Paese nelle tue nuove responsabilità. Tu e tua moglie Matilde avete tutta la nostra fiducia. Tua madre ed io ti facciamo i migliori auspici di pieno successo per questo incarico a cui tu sei ben preparato» ha detto re Alberto II nel discorso di abdicazione in favore del figlio Philippe.
«Un grande grazie e un grosso bacio a mia moglie Paola»: così il re uscente Alberto II, nel suo discorso di abdicazione, ha rotto per qualche secondo l'etichetta della cerimonia usando un termine metà francese metà inglese, «gros kiss», per rendere omaggio all'italiana Paola, che «mi è stata vicina in tutti questi anni».

Il Belgio cambia re, ma non cambieranno i venti scissionisti che continuano a soffiare sul Paese, e in vista delle elezioni del 2014 il passaggio di consegne tra Alberto II e suo figlio Philippe non è vissuto come una buona notizia. L'anziano re (79 anni) che abdica in favore del più giovane figlio (53) non rassicura i sudditi, scettici sulle capacità del nuovo sovrano che i separatisti fiamminghi già attaccano da giorni.
Sarà per questi timori, o per la commozione del momento simbolico, che oggi piange la regina Paola a Liegi per l'ultima uscita pubblica di suo marito Alberto II. I saluti del borgomastro della cittadina a un sovrano che ha dimostrato «naturale empatia e profonda umanità» verso la popolazione, e l'affetto degli 8000 sudditi belgi che oggi si sono raccolti davanti alla coppia reale, hanno fatto sciogliere l'italiana Paola Ruffo di Calabria in lacrime. Che suo marito volesse mollare il trono, Paola già lo sapeva da tempo. E non solo da quando, qualche mese fa, la figlia illegittima che Alberto ebbe dalla sua lunga relazione con la contessa belga Sibille de Selys chiese il test del dna per poter essere riconosciuta. Alberto era comunque troppo stanco e provato soprattutto dagli ultimi anni di lunga crisi politica, con un governo che per un anno non si riuscì a formare. Fu suo il compito di trovare una soluzione all'impasse, di scegliere la figura che meglio potesse conciliare le istanze dei separatisti, usciti molto rafforzati dalle ultime elezioni, e quelle di tutti gli altri. Alla fine ce l'ha fatta Elio Di Rupo, ma dopo parecchi tentativi senza successo in cui fu tentato di gettare la spugna. Ma il re ne uscì rafforzato nell'immagine, perché seppe tenere insieme un Paese vicinissimo alla separazione. Ed è in questo difficile contesto politico, con le elezioni a maggio 2014, che Philippe succede a suo padre. Da domani Philippe dovrà misurarsi con ciò che finora ha solo visto, da lontano, fare al padre, visto che lui era spesso all'estero ad occuparsi degli interessi belgi nel mondo o, come dicono i maligni, perché non era capace di avere a che fare da vicino con gli affari interni. Lo aiuterà la sua bella moglie Matilde, 40 anni, che ha già tutte le carte per diventare la nuova Lady Diana del Belgio: la prima regina di nascita belga (tutte e sei le precedenti erano straniere), estrazione aristocratica ed educata nelle scuole più snob del Paese (a Paola invece veniva sempre rimproverato di essere un'italiana meridionale, terra di emigrati), gusto classico-chic nel vestire, ambasciatrice per Unicef e organizzazione mondiale della sanità in Africa del Sud.

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