Da «Satisfaction» a «Starfucker». Mick Jagger: 70 (anni) x 10 (canzoni)
Qualsiasi opera di un uomo, secondo il caustico intellettuale vittoriano Samuel Butler, è sempre un suo ritratto. Nel caso di Mick Jagger le canzoni parlano molto di più di una biografia pur ricca di imprese storiche e incontri epocali. Per festeggiarne il settantesimo compleanno, ripercorriamo le gesta del front man dei Rolling Stones attraverso dieci brani che hanno contribuito a costruirne il mito. Espliciti e senza compromessi, come piace a lui.
di Francesco Prisco
1. (I can't get no) Satisfaction

Il riff, farina del sacco del sodale Keith Richards, sta al rock come l'incipit della Quinta di Beethoven sta alla musica classica. Il testo, frutto dello spirito analitico dell'ex studente della London School of Economics Jagger, inquadra con spunti meno banali di quanto si potrebbe pensare due mali sociali che a metà degli anni Sessanta cominciavano a prendere piede nell'Occidente civilizzato: anedonia e consumismo. Mick è ormai un giovane ricco che non riesce più a togliersi soddisfazioni. Eppure alla radio c'è chi lo bombarda di «inutili informazioni» che dovrebbero «accenderne l'immaginazione», in Tv c'è chi gli spiega «quanto bianca» la sua camicia «può diventare». Una fiera di vanità postmoderne che non fa altro che accrescere l'alienazione.
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