Da «Satisfaction» a «Starfucker». Mick Jagger: 70 (anni) x 10 (canzoni)
Qualsiasi opera di un uomo, secondo il caustico intellettuale vittoriano Samuel Butler, è sempre un suo ritratto. Nel caso di Mick Jagger le canzoni parlano molto di più di una biografia pur ricca di imprese storiche e incontri epocali. Per festeggiarne il settantesimo compleanno, ripercorriamo le gesta del front man dei Rolling Stones attraverso dieci brani che hanno contribuito a costruirne il mito. Espliciti e senza compromessi, come piace a lui.
di Francesco Prisco
8. Star Star (aka Starfucker)

Non è esattamente un classico, quanto piuttosto una chicca per intenditori. Il brano – musicalmente ascrivibile allo stile di Chuck Berry – chiudeva l'album «Goats Head Soup» con uno dei testi più sconci dell'intera storia del rock. Tanto per cominciare il titolo originario, sostituito dietro insistenze della casa discografica, era «Starfucker», con riferimento al mestiere di groupie, ossia colei che intrattiene con le proprie grazie celebrità varie ed eventuali. Irriferibili certi passaggi su pratiche erotiche a base di frutta. Irritanti (per i diretti interessati) altri passaggi riguardanti star del calibro di Steve McQueen e John Wayne. Mick, quando ci si metteva d'impegno, riusciva parecchio impertinente.
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