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Questo articolo è stato pubblicato il 15 agosto 2013 alle ore 17:24.

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Le inquiete esplorazioni a fior di pelle di Lily Rose Thomas - Foto

Sembra quasi costretto sulla poltrona a rotelle di due orizzonti - l'orizzonte della vita e quello della morte - il lavoro di Lily Rose Thomas, fotografa londinese con l'ossessione per le bruciature corporee. Graffiti su pelle, escoriazioni marmoree, piaghe bibliche. I suoi scatti vagolano tra l'horror in bianco e nero à la Mant! (mezzo uomo mezzo formica) - film nel film, tratto da Matinée di Joe Dante - e l'Atomo-Vision o Rumble-Rama, follie festive e feriali che giocano, praticamente da sempre, con le grandi paure antenate, dalla carne al respiro, dalla bocca all'ombelico. Perché, come ci spiega Lily, "è la tragedia a muovere il mondo, ad avvicinare le persone".

I titoli delle sue creature fotografiche somigliano già a un destino, da Near Death Experience a Night Time Comes Early, da All Fall Down a Life's a Drag. 23 anni, di cui gli ultimi 5 trascorsi a catturare lancette, corpi, coperte e muffe attraverso una Super 35mm: "A 18 anni, per la prima volta, ho compreso la bellezza e allo stesso tempo la tragedia dello stare al mondo. Nulla rimane davvero. Ho scattato fotografie per terre e sentieri, lungo regioni e mari, senza dimenticare gli ambienti di casa mia, ad esempio la camera da letto. Voglio vivere scattando foto, di me stessa, dei miei amici; fino a quando ci sarà una storia da raccontare, farò fotografie".

I corpi ammaccati, arrugginiti e scottati - che siano adulti o bambini - sono strappati di peso da una (cerebrale) Silicon Valley in Stop Motion. Come fossero giocattoli, pupazzi, peluche caduti in miseria ed esposti d'avviso ai raggi gamma del cosmo. Dinosauri disegnati da Ray Bradbury, cicatrici miniaturizzate sotto le musiche, ormai taglienti, di Bernard Herrmann. "La creatività, in potenza, non esiste - spiega Lily - al contempo tutti possiamo essere creativi. Non è necessario possedere particolari doti artistiche. La creazione è saper portare il DNA dell'immaginazione nel quotidiano. Non tutti scelgono di essere creativi nella vita, ma ognuno di noi, prima o poi, è messo nella condizione di partorire qualcosa di personale".

Il portfolio di Lily Rose Thomas scalda arti e volti di colori densi, quasi chimici. Dopo la Body Art di Stelarc (Il corpo è obsoleto) e le mutazioni di Orlan (artiste transmédia et féministe, météorite narratif du Bio Art: "Il narcisismo è importante"), ci troviamo di fronte alla genesi postumana di Alex Baddeley, guerra santa poliritmica contro la perfezione e l'inattaccabilità epidermica. La relazione con la carne, secondo Lily, nasce scandagliando i corpi, vivisezionando il dolore dei soggetti ritratti. Non solo, "è un progetto, quello del quadro-a-pelle, che parte anzitutto da me. Le abrasioni fotografate sono una sorta di autoritratto della mia vita.

La mostra Beneath the Streetlight, alla Sink Art di Londra fino al 25 agosto, documenta Ego, Io e Super Io del mio corpo, dalle rovine in superficie ai lividi color prugna. Non si tratta di una mera esibizione di pelli, ma piuttosto della presa d'atto che noi tutti, grazie a quello che facciamo e alla nostra capacità di 'sentire', siamo parte di una storia più grande. A ricordarlo ci sono le scottature, le ferite, i tagli, le increspature del corpo. I lividi sono uno shock, certo, ma è altrettanto meraviglioso notare come questi cambino colore, tonalità e forma a seconda del tempo che passa. C'è qualcosa di inquietante in loro che mi strega", aggiunge Lily.

Le immagini da sfogliare ci lasciano a bocca secca, come un pugno di Cassius Clay, con il bisogno di un analgesico, dipendenti da tranquillanti: "Avverto che una storia merita di essere narrata per immagini, solo quando mi coglie di sorpresa - spiega l'artista - se cerco di forzare per un istante la luce o un soggetto, allora perdo il momento, e il lavoro non funziona. Non sono una persona tecnica, per me conta soltanto ciò che vedo, e non lo tradirei mai. Ammiro molto l'antica fotografia francese e l'idea dell'attimo decisivo quando si scatta una foto... la sensazione di catturare quel determinato brivido che non si ripeterà più. Tempo fa mi dedicavo solo al 35mm, un'esperienza che mi ha insegnato ad essere molto attenta; ogni fotografia è preziosa".

I nomi degli artisti e degli scenari pittorici più rappresentativi per Lily sono Robert Doisneau, Henri Cartier Bresson, L'Artigue, ma anche Larry Clark, Nan Goldin, Jim Goldberg, Bruce Weber e Francesca Woodman. "Continuerò a tenere a mente queste fonti di ispirazione mentre scatto foto. Per il momento sono impegnata in un progetto con uno scrittore di nome Ben Harvey, ci stiamo dedicando ad una serie di fotografie e racconti brevi. Il tutto confluirà nell'opera definitiva, già online, www.this-is-body.com". Il desiderio più grande di Lily è continuare ad esplorare e a viaggiare: "Mi piacerebbe tornare in Italia, dove ho già scattato diverse foto". E conclude: "L'immagine del ragazzo che sputa acqua è stata catturata mentre mi trovavo nelle Cinque Terre, mentre la ragazza che nuota è immersa nel seno di Procida, a Napoli". Il sole, i sassi, i denti dei pesci e il sale attendono, come se fosse la prima volta, un corpo con il quale fare tragicamente l'amore.

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