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Questo articolo è stato pubblicato il 18 agosto 2013 alle ore 08:45.

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Con l'arrivo delle vacanze i galleristi non smettono di lavorare, soltanto spostano l'attività nei centri turistici più rinomati dello Stivale. A Cortina d'Ampezzo, ad esempio, arrivano mercanti d'arte da mezza Italia: Contini da Venezia, Farsetti da Prato, Proietti da Spello. La «Perla delle Dolomiti» diventa crocevia d'arte e di artisti contemporanei e offre per tutto il mese di agosto un calendario particolarmente ricco di proposte.
Il nostro tracking artistico ha come prima tappa la Galleria d'Arte Hausammann (Galleria Nuovo Centro 4), che due anni fa ha festeggiato i 50 anni dalla fondazione (1961-2011).Fu la prima galleria ad aprire nella località montana, nata da un'idea di Renato Hausammann, grande collezionista e amante del contemporaneo.
Tramandata dal padre al figlio Arrigo, è in mano oggi alla moglie Gioia e ai figli Beatrice e Federico, terza generazione degli Hausammann. Tra gli artisti affezionati a questo spazio sempre giovane, aperto alle novità, ma forte di un magazzino che conserva negli anni la prima scelta di ogni autore, si trovano i dipinti di Daniele Nalin (1947), che a Venezia era trattato da Giorgio Cardazzo ed espose a Cortina per la prima volta nel 1994.
Tra i fedeli ci sono anche lo statunitense Roger Selden (1945), pittore gestuale che arriva in Italia per la prima volta negli anni 70 e oggi vive tra Milano e New York, la veneziana Maria Grazia Rosin (1958), elegante artista del vetro e lo scultore mantovano Claudio Baroni (1946), in galleria dal 1992 che presenta la mostra «Tirabaci» con ritratti pop su compensato di legno, stimati da 3mila a 5mila euro.
A fare la parte del leone è il gallerista Stefano Contini, nato a Pistoia nel 1950, ma veneziano di adozione. Rappresenta artisti dal curriculum internazionale «un po' per scelta e un po' per forza – dice – perché in Italia il mercato dell'arte è depresso» e nelle tre sedi di Cortina presenta un'offerta varia e articolata: in via Roma 2, per tutto agosto, esporrà pittori italiani come Mario Arlati (1947), Enzo Fiore (1968), Enrico Ghinato (1955) e Giuseppe Veneziano (1971), quotati da 15mila a 100mila euro a opera a seconda delle dimensioni e dell'anno di esecuzione. In piazza Silvestro Franceschi 1 ci sarà un'antologica di scultori internazionali, da Fernando Botero (1932) a Robert Indiana (1928), da Julio Larraz (1944) a Igor Mitoraj (1944) e Fabrizio Plessi (1940), stimati da 60mila a 800mila euro a installazione, mentre nello spazio di piazza Franceschi 7 proporrà la personale del pittore milanese Fabio Aguzzi (1953), le cui nature morte (più vere del vero) costano da 10mila a 25mila euro. «Il gusto è cambiato a partire dagli anni 2000 – spiega Contini –, la crisi ha imposto una selezione verso la massima qualità, mentre il collezionismo è diventato globale e preferisce puntare sulla novità piuttosto che sulla tradizione».
Chi invece tiene duro, non assecondando le mode ma difendendo l'arte del primo Novecento italiano, è la Galleria Farsettiarte che, nella sede di Cortina (Largo delle Poste, piano rialzato), organizza da quasi trent'anni mostre dedicate ai protagonisti del Futurismo italiano e della Figurazione anni 20 e 30. La prossima, dall'8 al 31 agosto, ha per titolo «Divisionismo e Futurismo».
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