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Questo articolo è stato pubblicato il 21 agosto 2013 alle ore 08:35.

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Ragazzi, credo di essermi smarrita. Sarà il caldo. Sarà che la redazione di IL ha traslocato al piano di sotto. Ma anziché ritrovarmi nella sede milanese della rivista, penso di stare a Roma, scartabellando le ciano fresche dell'ultimo numero di Nuovi Argomenti. Sì, sono quasi sicura. Il lessico è quello di un volantino delle Br, i riferimenti culturali spaziano dall'epistolario di Guido Gozzano alle Anime morte di Gogol'. Ma aspetta. No. Se non si tratta di una brutta insolazione, o di un miraggio in mezzo al deserto, lo sfondo delle pagine è color lemon-bar. Ho capito: o mi trovo all'interno di un flashforward apocalittico in cui l'intellighenzia romana ha trasformato i magazine di stile milanesi in fanzine della sinistra extraparlamentare… oppure il buon Francesco Pacifico ha chiesto al direttore di dare un lavoretto estivo ai suoi amichetti intellettualoidi di Roma.

Peccato, perché l'idea di parlare di televisione e serialità era oltremodo estiva, e un paio di ragazze frizzanti Rocca le conosceva (vedi The Good Wife, Homeland, The West Wing e Scandal). Invece, ha deciso di chiedere aiuto ai giovani eredi di Moravia. Così, il protagonista di 24 è diventato l'Idiota di Dostoevskij, Jack di Lost si è riscoperto Prospero di Shakespeare, e una mogliettina frustrata di Mad Men è arrivata a incarnare addirittura Sylvia Plath.

Cavoli, prendi un manipolo di giovani, li metti a parlare di un fenomeno super-pop come le serie e perlomeno ti aspetti di leggere cose alla Roland Barthes che parla del Tour de France… invece ti ritrovi davanti a colonne e colonne fitte di citazioni che soffrirebbero di meno solo nell'impaginazione con doppia interlinea da tesi di dottorato.

D'accordissimo che le serie tv sono il nuovo feuilleton, ma qui l'abbiamo presa un po' alla lettera. Se quelli vedono complotti dappertutto, QUESTI non si godono dieci minuti di sano intrattenimento senza l'approvazione di David Foster Wallace.

Io, nerd per nerd, avrei contattato lo squadrone di ItaSa, Subsfactory e Subspedia, e mi sarei goduta le schede delle serie tv di figure mitiche tipo batmarta, metalmarco, AranciaMeccanica: cioè i folli sottotitolatori italiani che vivono e traducono nell'ombra. Anche loro non stanno tanto bene con la testa, anche loro lavorano gratis come quelli di Nuovi Argomenti, ma almeno quando guardano la televisione se la godono, e non usano nostalgicamente il lemma «trasmissione» per parlare di show.

Invece mi trovo qui a dipanare le elucubrazioni di Carlo Carabba, e mi chiedo se possiamo davvero prendere lezioni di narrazione da uno che ha avuto la forsennata idea di spoilerare chi siederà sul Trono di Spade. Hai voglia a mettere lo spoilerometro: avrebbe dovuto esplodervi in volto. Propongo la mozione Carabba subito in pasto ai metamorfi incazzati!!! (sempre che non sia un bluff, dato che forse nemmeno R.R. Martin sa bene chi mettere su quel benedetto trono).

Francesco I Pacifico, dal canto suo, si sente di avere già fatto l'opera pia per questo mese, e reputa che non sia necessario guardarsi davvero tutto The Wire, per parlare di The Wire. Basta descrivere un paio di scene dalla prima puntata, tanto è come quei fratelli odiosi che, qualunque cosa facciano, papà li fa vincere lo stesso – in questo caso, il torneo delle serie tivù.

Per evitare noia, pedantismo e soprattutto spoiler, vi consiglio di volare direttamente alle sciccosissime infografiche, frutto di una raccolta dati capace di appagare ogni maniaco. E se proprio siete in vena, leggetevi I Soprano e The Americans.

Evitate invece come la peste il feuilleton di Fillioley, che decide di dedicare 2 – DUE – filosofeggianti articoli stringi stringi al suo rapporto difficile col fratello: io ho conosciuto Mario Fillioley solo attraverso i suoi scritti e mi sento già di parteggiare alla cieca per il fratello avvocato.

Suggerisco al settore marketing, per rinfrescare questo numero ombrellonesco/engagé, un bel gadget plastificato, qualcosa come le borse da spiaggia della Bilboa in omaggio con Donna Moderna… Ma qual è l'equivalente del borsone Bilboa per i lettori del Sole? Come minimo uno zaino in pelle martellata con manico di bambù da renziano in vacanza a Long Island. E qui va fatto un bel lavoro di packaging, per allegarlo. Ai collaboratori d'eccezione agostani, invece, una bella crema protettiva anti-abbronzante per lucine da libro.

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