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Questo articolo è stato pubblicato il 23 agosto 2013 alle ore 07:09.

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Piccolissimo fratello

Quello che fa davvero paura di Edward Snowden e delle sue rivelazioni è Edward Snowden. Non le sue rivelazioni. Queste ci dicono che negli Stati Uniti la National Security Agency ha elaborato un sistema per capire se un qualsiasi telefono è connesso al telefono di un terrorista. La Nsa monitora anche Internet. Spia altri Paesi, attacca le reti informatiche cinesi. Eppure da tutto questo io non sono terrorizzato. Nessuno può vedere in tutto ciò il potenziale tecnologico per una tirannia da Grande Fratello.

Non mi risulta che in questo momento negli Usa il Grande Fratello stia calpestando la mia libertà, né quella di nessun altro. Il dibattito politico americano attraversa una fase turbolenta, come accade in tutte le democrazie occidentali. I toni accesi della discussione mostrano proprio come l'Nsa in America si occupi di cacciare i terroristi e non di mettere a tacere qualcuno.

Snowden, invece. Eccolo il simbolo del dispotismo in arrivo. Non sarà il dispotismo del Grande Fratello. Sarà la tirannia dei megalomani sicuri di essere nel giusto, privi di un qualsiasi riconoscimento ufficiale ma ugualmente convinti di avere il dovere di rivelare i segreti degli altri. Sarà la tirannia del Piccolissimo Fratello. Snowden, per esempio.

Un uomo qualunque. Con delle opinioni. Come tutti. Con l'unica differenza che le sue competenze da hacker gli permettono di agire sulla base delle proprie opinioni. Le strategie della Nsa sono state definite dal presidente degli Stati Uniti d'America, (eletto democraticamente per prendere decisioni di questo tipo) e rientrano nel perimetro legale della Costituzione. Ma a Snowden le decisioni del presidente non piacciono. E si sente autorizzato a rivelare i segreti della Nsa al mondo intero. È della stessa specie di Bradley Manning, da questo punto di vista. Qualche anno fa, in servizio in Iraq, il soldato Manning decise che a lui la linea politica Usa non piaceva. Così prese centinaia di migliaia di documenti militari e del Dipartimento di Stato e li passò a Wikileaks e a Julian Assange. Uno di cui apprezzava le idee, evidentemente.

Qual è il mio terrore personale? Questo: un giorno non lontano chi non apprezza i miei scritti o la mia personalità farà lo stesso a me. Tutte le mie mail saranno all'improvviso a disposizione di tutti. Potranno controllarmi e prendermi in giro. Non che siano in molti quelli interessati. Ma qualcuno potrebbe essere interessato. E la cosa potrebbe non farmi piacere. Un'umiliazione e una gogna di questo tipo potrebbero diventare un'esperienza quotidiana. I bulli digitali punirebbero le loro vittime per capriccio e, come Snowden e Manning, avrebbero la ferma convinzione di essere nel giusto. L'ovvia conseguenza sarà che la vendetta e il ricatto digitale diventeranno un grande business criminale – se non lo sono già. Un hacker verrà a bussare alla tua porta per offrirti protezione. Un pizzo da pagare per tenere i tuoi segreti al sicuro. Oppure sarai tu ad assumere l'hacker per frugare tra le lettere d'amore del tuo antipatico vicino, il proprietario del cane che ti tiene sveglio tutta la notte. E la gente crede che Snowden sia un campione della privacy e della libertà! No, è il Piccolissimo Fratello. E lui, o uno come lui, comincerà presto a guardarti.

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