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Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2013 alle ore 10:49.

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Capita spesso, magari guardando un programma televisivo un po' leggero, di aver l'impressione che l'umanità stia lentamente diventando più stupida. Se ne è tornato a parlare recentemente a causa di una nuova ricerca – non compresa da buona parte dei giornalisti che ne hanno parlato. Non è vero: nell'ultimo secolo la nostra intelligenza è aumentata così tanto che un secolo fa saremmo stati quasi tutti tra il 2 per cento più intelligente della popolazione. Eppure se guardiamo i numeri si scopre che i punteggi nei test di intelligenza degli ultimi anni sono rimasti costanti oppure si sono abbassati: come è possibile che siamo diventati più intelligenti? C'entra l'effetto Flynn, che prende il nome da un ricercatore americano, James Flynn, che negli anni Ottanta scoprì che i test di intelligenza col tempo sono diventati sempre più difficili. Chi conosce la materia sa che una delle regole dei test sul Qi è che la media della popolazione deve ottenere un punteggio di 100. Col passare degli anni i venditori di test, che poi erano anche quelli che li elaboravano, si resero conto che il meccanismo non funzionava più: la media migliorava e cominciava a ottenere 110 o 120.

Così, nel corso del tempo, aumentò lentamente il numero di risposte giuste necessarie per ottenere 100 punti. In altre parole, se nel 1910 per ottenere un punteggio di 100 erano necessarie 10 risposte giuste, nel 1980 ne servivano 20 (i numeri sono indicativi). Flynn provò a testare l'intelligenza dei suoi contemporanei sulla base dei test degli anni passati, e viceversa. Le conclusioni furono che se una persona di intelligenza media avesse partecipato a un test nel 1910 sarebbe risultata intelligentissima, mentre se i nostri antenati avessero partecipato a un test dei giorni nostri avrebbero ottenuto un punteggio intorno a 70 (un punteggio di 69 o inferiore è considerato ritardo mentale). Esistono varie spiegazioni per questo fenomeno, tra cui la più importante è l'aumento della scolarizzazione, della diffusione del pensiero scientifico e della capacità di pensare in modo astratto. Non significa che i nostri antenati fossero effettivamente ritardati. Certamente erano in grado di vivere e mantenersi da soli e di fare discorsi coerenti e sensati. Ma a un certo tipo di domande avrebbero risposto come quei contadini degli Urali, mai andati a scuola, interrogati da un antropologo: «Se a Nord tutti gli orsi sono bianchi e Terranova è Nord, di che colore sono gli orsi a Terranova?» «Non lo so: tutti gli orsi che ho visto io sono neri».

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