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Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2013 alle ore 11:09.

La fiction italiana uscirà mai a veder le stelle? La nostra produzione rimane ancorata a storie "anziane" per forma e target, così lontane dal gusto del pubblico educato alla nuova serialità americana ed europea. La Rai pare affidarsi ancora troppo alle miniserie storiche in due puntate, anche se Il commissario Montalbano e Tutti pazzi per amore hanno mostrato nuove vie. Il nuovo direttore Eleonora Andreatta ha auspicato produzioni più attente al presente e alla figura femminile.

Si attende la riapertura della linea produttiva di Raidue, adatta quindi a un pubblico più giovane. Chissà: lenta grande rivoluzione? Per la prossima stagione si segnalano Un matrimonio di Pupi Avati, ambientata negli anni '50, e Una mamma imperfetta, dal web alla tv. Chi ha cercato di coniugare italianità, popolarità, generi all'americana è stata su Canale 5 la casa di produzione Taodue. Ha rivitalizzato il filone mafia come gioco quasi fumettistico (Squadra Antimafia), ha aperto la strada a un genere poco affrontato in Italia, il mistery, seppur con venature religiose (Il Tredicesimo Apostolo). Per la prossima stagione sono attesi Le mani sulla città, sulle infiltrazioni della 'ndrangheta a Milano, e Buscetta, biopic con Pierfrancesco Favino.

Chi pare cercare fiction "diverse", e più in linea con produzioni straniere, è Sky. Dopo il successo, anche internazionale, di Romanzo criminale, sono in preparazione il poliziesco I delitti del BarLume con Filippo Timi, la versione tv di Gomorra, il dramma su Tangentopoli 1992. Si tratta di produzioni limitate, di show che giocano a farsi evento, e cercano di rinnovare la nostra tradizione. Tace per ora, ma forse ancora per poco, Fox Italia, che grazie a Boris aveva tracciato un perfetto dietro le quinte del delirante mondo della fiction nostrana. In effetti, anche quest'anno la serie più "americana" è stata una farsa: Mario (Mtv), dedicata al mondo del giornalismo televisivo, autore Maccio Capatonda (possibile una seconda stagione). Forse ci viene meglio la metafiction che la fiction stessa. S. Ca.

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