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Questo articolo è stato pubblicato il 31 agosto 2013 alle ore 16:20.

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Night MovesNight Moves

A Venezia il grande ritorno di Stephen Frears: dopo alcune pellicole sottotono («Tamara Drewe» e «Una ragazza a Las Vegas» in primis), il regista inglese ritrova la forma migliore con «Philomena», film che si è meritato un lungo applauso da parte della stampa internazionale.

Basata sul libro «The Lost Child of Philomena Lee» di Martin Sixsmith, a sua volta ispirato da un fatto realmente accaduto, la pellicola racconta la storia dell'omonima protagonista: una donna irlandese costretta in giovane età ad abbandonare suo figlio quando viene rinchiusa in un convento. Dopo diversi decenni decide di ritrovarlo grazie all'aiuto di un giornalista.

Drammaturgicamente perfetto, «Philomena» riesce a emozionare, commuovere e persino divertire grazie allo humour, squisitamente britannico, dell'autore.
All'interno di una narrazione in apparenza semplice e innocua, c'è spazio anche per una pesante critica alle istituzioni cattoliche e, seppur in tono minore, al cinismo dell'universo giornalistico.
Straordinaria Judi Dench, nei panni della protagonista, a cui tiene testa un sorprendente Steve Coogan (Martin Sixsmith), anche co-autore della sceneggiatura.

Convince a metà invece «Child of God», attesissima trasposizione dell'omonimo romanzo di Cormac McCarthy diretta da James Franco.
Scandita in tre capitoli, la trama ruota attorno al personaggio di Lester Ballard, un uomo dal carattere violento, sfrattato dalla sua proprietà e messo ai margini della contea Sevier, nel Tennessee, la cui vita sprofonderà sempre più nella degenerazione e nel crimine.

Dopo aver portato sul grande schermo «Mentre morivo» di William Faulkner, visto all'ultimo Festival di Cannes, James Franco si conferma un regista capace, seppur a volte troppo sicuro dei propri mezzi, e in grado di adattare dignitosamente i grandi classici della letteratura a stelle e strisce.

Fedele allo spirito del romanzo, il film si appoggia fin troppo alle straordinarie pagine di McCarthy, riportandone persino le parole tramite una (discutibile) voce narrante.
Franco si concede una piccola apparizione ma il vero valore aggiunto della pellicola è il poco conosciuto Scott Haze, grandioso Lester Ballard in una performance che potrebbe portarlo dritto alla Coppa Volpi per il miglior attore.

Piuttosto deludente, infine, «Night Moves» di Kelly Reichardt che torna al Lido tre anni dopo aver presentato «Meek's Cutoff». Al centro della scena tre ambientalisti radicali decisi a mettere in atto la più grande protesta della loro vita: far esplodere una diga idroelettrica. Il piano riesce ma un tragico imprevisto busserà alla loro porta.
Nonostante le tematiche importanti, «Night Moves» non riesce a coinvolgere emotivamente lo spettatore come vorrebbe, risultando freddo e troppo distaccato.

La narrazione, didascalica e scontata, non è aiutata da una messa in scena piatta e priva di mordente alla quale, vanamente, si chiede un cambio di ritmo che non riesce ad arrivare. Nel cast, Jesse Eisenberg s'impegna e risulta credibile, mentre è sottotono la performance di una Dakota Fanning sempre più distante dai fasti di qualche anno fa.

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