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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2013 alle ore 11:48.

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Una scena del film «12 Years a Slave»Una scena del film «12 Years a Slave»

Steve McQueen si prende il Festival di Toronto: il regista inglese, omonimo del grande attore americano, con «12 Years a Slave» ha vinto il People's Choice Award 2013, il premio più prestigioso della kermesse canadese assegnato tramite il voto del pubblico.

Dopo i successi di «Hunger» (2008) e «Shame» (2011), McQueen è riuscito nuovamente a stupire tutti con la sua terza fatica, che ha superato nelle preferenze popolari «Philomena» di Stephen Frears, film tra i più apprezzati dell'ultima Mostra di Venezia, e «Prisoners» di Denis Villeneuve.

Tratto dall'omonima autobiografia di Solomon Northup, «12 Years a Slave» racconta la storia vera di un talentuoso violinista di colore che, nel 1841, nonostante fosse un uomo libero, venne rapito e venduto come schiavo per lavorare in una piantagione di cotone in Louisiana.

Già considerato tra i favoriti ai prossimi premi Oscar, il film (che annovera nel cast Brad Pitt, Michael Fassbender e il protagonista Chiwetel Ejiofor) esordirà nelle sale americane il 18 ottobre, mentre è ancora incerta la data di uscita nel nostro paese.
Sempre frutto del giudizio popolare, il premio per il miglior documentario è andato a «The Square» di Jehane Noujaim, incentrato sulla rivoluzione egiziana, e quello della sezione Follie di Mezzanotte a «Why Don't You Play in Hell?», una riflessione meta-cinematografica e surreale firmata dal giapponese Sion Sono.

Per quanto riguarda i titoli canadesi, ai quali è dedicata una premiazione speciale, come miglior film ha vinto il documentario «When Jews Were Funny» di Alan Zweig mentre come opera prima «Asphalt Watches» di Shayne Ehman e Seth Scriver.
Nato nel 1976, il Toronto Film Festival ha inserito da ventun anni anche diversi riconoscimenti attribuiti dalla critica internazionale: la menzione più importante, il Premio Fipresci, è andato sorprendentemente a «Ida» del polacco Pawel Pawlikowski, con protagonista una suora novizia che, nella Polonia degli anni '60, scopre un drammatico segreto familiare collegato ai terribili anni dell'occupazione nazista. L'esordio di Claudia Sainte-Luce, «The Amazing Catfish», è stato invece omaggiato con il Premio Fipresci-Sezione Discovery.

Come miglior titolo asiatico è stato scelto «Qissa» dell'indiano Anup Singh: un dramma ambientato nel 1947, anno in cui l'India ottenne l'indipendenza, con protagonista un uomo disposto a tutto pur di avere un erede maschio.
In conclusione, da segnalare i buoni consensi ottenuti dai tanti titoli italiani in cartellone: in particolare, un'ottima accoglienza è stata riservata a «La grande bellezza» di Paolo Sorrentino, presentato con successo all'ultimo Festival di Cannes, e ad «Anni felici» di Daniele Luchetti, che arriverà nelle nostre sale il prossimo 3 ottobre.

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