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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2013 alle ore 08:52.

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The Art Reacts. Punto. Dimostra la perentorietà del suo titolo l'incipiente «Romaeuropa 2013» con un programma lungo due mesi, in cui teatro, musica, Digital Life e soprattutto danza, reagiscono alla crisi più che bene. Il cartellone è ricco di nomi noti e di promesse, anche italiane, da tastare e attraversato da artisti poliglotti come Jan Fabre, atteso con la ricostruzione del Potere della follia teatrale, la pièce anni Ottanta che lo consacrò anche come metteur en scène. Tra i nomi noti brilla Sasha Waltz. L'artista tedesca a capo della Sasha Waltz&Guest ma ormai corteggiata dalle compagnie accademiche come quelle del l'Opéra di Parigi, della Scala, del Mariinskij di San Pietroburgo, torna al festival capitolino con un vero e proprio concerto coreografico su musiche del Novecento (anche dal vivo) di Jannis Xenakis, Edgare Varèse, Claude Vivier.
Nato nel 2010 a Zurigo, Continu vuole ventitré danzatori disposti in cerchi larghi, stretti, in gruppi contrapposti e furiose concatenazioni entro uno spazio nudo e all'inizio nero come i loro costumi. Tuttavia, nel divenire di movimenti carichi di terrore, paura, tensione, ansia, l'ambiente cupo si rischiara dopo che un solo danzatore con un braccio teso e una mano "a pistola" uccide virtualmente, a uno a uno, i suoi compagni, fermi, in fila. L'azione iper-realistica e catartica suscita immagini di guerra senza nome o con il nome cui vogliamo attribuirle. Ma porta con sé un'ampia e nivea coltre sulla quale i movimenti si fanno più morbidi, e quasi teneri i duetti. Adesso tacciono le inquiete sirene di Ionisation (Varèse) e le urla strazianti dei ballerini. Anche il colore fa capolino, nei costumi ora dalle tinte tenui, e sul tappeto brillante: qui sono i piedi nudi di due danzatrici quasi esotiche, a disegnare linee vagabonde. C'è un rito in corso? Se sì, porta a lenire il tormento.
Continu non può, però, contraddire il suo titolo: così tutte le mani dei danzatori sollevano a poco a poco lo stuolo bianco della speranza, e dal fondo un ballerino, correndo veloce in diagonale, lo arrotola prima che ritorni il buio più fitto. La danza profetizza futuri disastri, le sue metafore storiche sono chiare. Sasha Waltz conosce i segreti dei corpi "a contatto", vibratili e carichi di emozioni esistenziali. In Continu sorprende soprattutto la sua capacità di agguantare ricordi coreutici: dalle geometrie spaziali "a contrappunto" di Martha Graham (che pure le lunghe vesti femminili ricordano) ai gesti taglienti di Mary Wigman. Il suo concerto coreografico riverbera lo Zeitgeist del secolo breve, ma anche della danza d'espressione e della Modern Dance, filtrata dall'autorevolezza conquistata di un segno "Waltz", ormai classico, cioè destinato a perdurare.
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Continu, Sasha Waltz, Auditorium Conciliazione, Romaeuropa 2 e 3 ottobre; Teatro Romolo Valli,
Reggio Emilia, 6 ottobre

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