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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2013 alle ore 07:59.

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Amedeo Modigliani, Ritratto di Dédie, 1918 - Olio su tela; 92 x 60 cmAmedeo Modigliani, Ritratto di Dédie, 1918 - Olio su tela; 92 x 60 cm

«Oh, se fosse il contrario! se fossi io a rimanere sempre giovane e il ritratto a invecchiare!». Dorian Grey non aveva dubbi davanti al proprio ritratto. Sta forse qui uno dei molteplici segreti della fascinazione che da sempre accompagna questa espressione artistica. Anche perché, lo spiegava bene Jean Luc Nancy, se davanti allo specchio il soggetto «si riproduce in presentia», solo con il ritratto l'effetto lo si produce «in absentia».

Fugacità a parte del volto umano, Leon Battista Alberti nel De Pictura definiva proprio Narciso «convertito in fiore essere della pittura stato inventore...». In un dialogo denso e fortemente coinvolgente (anzi emozionante) è dedicata proprio all'arte del ritratto la mostra «Il volto del '900. Da Matisse a Bacon. Capolavori del Centre Pompidou» che il Palazzo Reale di Milano ospita fino al 9 febbraio 2014.

Oltre ottanta gli straordinari ritratti e autoritratti arrivati dalla Francia a firma dei maggiori artisti del secolo scorso, fra cui Henry Matisse (con lo strepitoso "Nudo seduto su sfondo rosso, 1925 e l'Odalisca in pantaloni rossi, 1921) Modigliani (ritratto di Dédie, 1918), René Magritte (Lo stupro, 1945), Pierre Bonnard (La camicetta rossa, 1925) Joan Miro' (Testa maschile, 1935), Bacon, Pablo Picasso (Il cappello a fiori, 1940, e Ritratto di una donna, 1938). E ancora André Masson con lo stupendo Ritratto di Roland Tual (1922), André Derain con le antiche e sempiterne Maschera con capelli sulla fronte e Maschera dell'uomo con favoriti (post, 1939). Di Henry Manguin è la bellissima rappresentazione di Maurice Ravel (1922) mentre è di Valerio Adami uno dei quadri che meglio rappresentano in maniera quasi neoplatonica l'idea stessa del ritratto nel '900: lo splendido Thorvaldsen (1980). Imperdibili anche Autoritratto, 1909 di Robert Delaunay e quello che può essere il vero pezzo clou dell'intera mostra: Autoritratto, 1971, di Francis Bacon.

Al centro dell'esposizione, declinato con sapiente e studiatissima libertà, l'essenza stessa del ritratto e dell'autoritratto, in un confronto serrato che testimonia l'evoluzione del genere attraverso i cambiamenti che hanno rivoluzionato il vivere sociale e la sua rappresentazione artistica. Il tutto attraverso un allestimento curatissimo, ineccepibile per le scelte (non fosse per le uniche eccezioni di Elisabeth Peyton con l'inguardabile Il principe Henry e il principe William, 1999 e la disturbante Tamara De Lempicka: cosa ci faccia Kizette al balcone, non è dato sapere, forse solo una concessione e strizzatina d'occhio al grande pubblico?).
Jean Michel Bouhours, curatore della mostra indica che proprio "l'invenzione della psicoanalisi, la negazione dell'individuo operata dai totalitarismi, la distruzione
dell'identità nei campi di sterminio nazisti, la diffusione della fotografia messa a servizio della burocrazia per il riconoscimento delle persone, l'invasione dell'Io da parte di uno pseudo-immaginario collettivo creato dai media, sono il contesto sociale a cui occorre
aggiungere il ruolo dell'arte, la spinta all'astrazione, la perdita del soggetto nell'ideale collettivo delle avanguardie: tutto sembra concorrere all'idea dell'arrivo di un mondo senza più volti», ma ciononostante «cresce all'epoca una sorta di frenesia a farsi fare il ritratto, come per far entrare se stessi in una vertigine di ubiquità e di istantaneità dettate dai media contemporanei: l'immagine della propria immagine si è imposta».

Spiega Flaminio Guldoni nel catalogo introduttivo alla mostra che «forzare il tabernacolo stesso dell'idea di somiglianza è porre in scacco definitivo l'aspettativa di esperienza dello spettatore, costringerlo a ripensare la sua idea complessiva di arte e di individuo guardando infine l'opera e non soltanto il suo soggetto».

La mostra è divisa in sette sezioni: I misteri dell'anima, Autoritratti, Il volto alla prova del Formalismo, Volti in sogno. Surrealismo, Caos e disordine, o l'impossibile permanenza dell'essere, Dopo la fotografia e La disintegrazione del soggetto.


Il volto del '900. Da Matisse a Bacon. Capolavori del Centre Pompidou. Palazzo Reale di Milano, fino al 9 febbraio 2013. La mostra è coprodotta da MondoMostre e Skira con il Comune di Milano.

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