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Questo articolo è stato pubblicato il 02 ottobre 2013 alle ore 17:50.

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Teatro, martedì al Monoprix. Un padre e un figlio trans - Foto

Per inchiodare il pubblico alla poltrona, specie quando si affronta un monologo, e un testo scomodo, bisogna avere un comprovato talento attorale. Enzo Curcurù lo possiede. Basta vederlo in scena come aderisce, con generosità e umanità, al suo personaggio. Quello di una donna, Marie-Pierre, ex Jean-Pierre per lo stato civile, transessuale, figlia devota di un padre anziano, rude e scontroso, divorato dal disprezzo che prova per l'inversione sessuale dell'unico figlio maschio.

Il testo di Emmanuel Darley "Il martedì al Monoprix" – grande successo in Francia, dal 2010, e ai recenti festival di Avignone e di Edimburgo – non è una semplice storia di travestimento. Affronta, con grande sensibilità, il difficile e delicato tema della differenza e dell'esclusione, del rifiuto e della paura del diverso, focalizzando soprattutto il conflitto tra figlio e padre. Curcurù entra dalla platea. Si sofferma verso il pubblico con tutta la sua corpulenza alleggerita dal vestito verde floreale che indossa, instabile sui tacchi alti, e dai gesti femminili che mai si tradurranno in facile macchietta. Inizia il suo racconto. Poi avanza verso il palcoscenico. Da lì, per oltre un'ora, cattura il respiro dello spettatore. E lo trascina dentro quella stanza semibuia e malinconica (l'essenziale ed evocativa scenografia di Romualdo Moretti, tagliata dalle belle luci di Katia Antonelli), dove campeggia solo una poltrona rossa, un tavolino nero con una sedia, e una fila obliqua d'abiti sospesi carichi di presenze di un passato che riaffiora.

Gli occhi sono tutti puntati su di lei-lui, quelli del pubblico e quelli dei personaggi che evoca nel racconto. Marie-Pierre ogni martedi si reca dal padre, rimasto vedovo, figura autoritaria, irascibile e intollerante, che non accetta la sua nuova identità e si ostina a chiamarla col suo nome maschile. Eppure lei è paziente, ama suo padre, e si prende cura di lui. Dalla città dove vive parte col primo treno e torna con l'ultimo - "…Una giornata rubata al resto della mia vita" esclama -. Svolge le piccole mansioni di casa sotto lo sguardo ignavo del padre (Curcurù lo materializza con il timbro della sua voce, mutando registro, e conferendole una cadenza siciliana). Pulisce tutto, tranne una stanza - quella della sua infanzia - dove si rifiuta di entrare. Carrello alla mano si reca a fare la spesa settimanale al Monoprix, col padre che cammina a distanza per la vergogna di essere riconosciuto. Si mettono in fila alla cassa, e sentono tutto il peso dello sguardo degli altri che osservano con la coda dell'occhio quella donna troppo appariscente. Che tutti sanno chi è. Quel martedi sarà l'ultimo. E nel finale, che non possiamo svelare per non togliere la sorpresa dell'epilogo, sarà doloroso il rimpianto di non aver potuto riconciliarsi con il padre, nonostante i suoi sforzi e l'irriducibile amore.

Nel racconto della relazione di questo tragico monologo a due voci, emergono la meschinità e i pregiudizi, e, soprattutto, tutto il dolore e l'umiliazione della persona, il senso di delusione, il desiderio furente di essere approvata, e l'orgoglio, nonostante tutto, di essere riuscita a essere "così com'è". Dietro il rituale e le abitudini di un giorno, dietro le parole ordinarie scambiate, c'è tutto il non detto, le ferite del rifiuto, il dolore della solitudine. Dosando gesti e voce con sottile equilibrio, tra sfumature del volto e del corpo, senza cadere nel pathos o, all'opposto, nella caricatura, e con la giusta dose d'umorismo, Curcurù ci restituisce una sorprendente interpretazione che va oltre il gioco scenico facendo emergere soprattutto un'intimità e una verità profondamente umana.

"Il martedi al Monoprix",
di Emmanuel Darley,
traduzione e regia Raffaella Morelli, con Enzo Curcurù, scene Romualdo Moretti, costumi Giovanna Napolitano, luci Katia Antonelli, foto Elisabetta Zanini. Al teatro Belli per la rassegna "Garofano verde".
A Milano, Teatro dell'Elfo,
dal 19 al 24 novembre.

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