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Questo articolo è stato pubblicato il 04 ottobre 2013 alle ore 07:39.

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Lampi di talento a X Factor: l'ukulele di Violetta, la grinta di Monica

«I saw the light». Ho visto la luce. È il titolo di un memorabile pezzo di Hank Williams che, dalla puntata di ieri di X Factor con la seconda parte del film delle Audizioni, proprio non ne vuole sapere di uscirsene dalla nostra testa.
Sarà perché anche noi, come il dolente cowboy di Butler County Alabama o come Marco Castoldi da Monza, abbiamo visto la luce: si chiama Violetta Zironi, 18enne di Reggio Emilia, figlia d'arte. Arriva sul palco di Napoli con una stampella e un ukulele.

La prima le serve per riprendersi da un'operazione all'anca, il secondo per accompagnarsi su «Shortnin' Bread», standard del Great American Songbook che interpreta con la consapevolezza che non ti aspetti da una teenager. Plebiscito di pubblico, giudici commossi, performance da mostrare agli amici musicofili snob che odiano i talent show punto e basta. Si sarà anche visto poco, ma per quello che s'è visto Violetta potrebbe finire X Factor 7 come Chiara finì X Factor 6. Se nutrite dubbi a riguardo, andatevi ad ascoltare su You Tube come fa il verso a June Carter su «Jackson». Classe pura!

Gabriele, tragicomico e «Inetto»
La seconda puntata si concentra sulle audizioni di Napoli e Genova, città di grande tradizione musicale. Nelle scelte di Mika, Morgan, Elio e Simona Ventura si scorge sempre di più la volontà di scovare talenti non allineati con il tradizionale target dei talent. Vedi alla voce Gabriele Morini, cantautore «tragicomico» di 34 anni che si presenta a Genova con il suo brano «Inetto». Ha la chitarra in mano ma non la sa accordare, finisce per servirsi dell'orecchio di Elio, quindi canta, diverte, sorprende e passa il turno. Cantautore sui generis anche il pugliese Gaetano Nicoletti: ha le sembianze del giovane Venditti e la faccia del giovane Vasco, vent'anni e studia filosofia. Scrive canzoni d'amore «senza tappeti di favole», dettaglio che fa infuriare la Ventura, amica dei Modà. Potrà infastidire la sua eccessiva auto-indulgenza, ma uno così almeno ai Boot Camp devi portarlo. Tra i tanti apostoli del rap visti in due puntate di Audizioni stupiscono in positivo gli Ape Escape, trio intergenerazionale nocerino che, sul palco di Napoli, si mette alla prova con «Madness» dei Muse. Hanno un vocalist 42enne con una timbrica che ricorda vagamente quella di Dave Gahan: è soprattutto merito suo se il trio raccoglie una standing ovation e passa il turno.

La grinta di Monica
Accanto ai creativi ci sono poi i fenomeni, quelli dotati del crisma dell'unicità. E non è detto che riescano comprensibili. E non è detto che vengano sempre compresi. Talvolta comunque succede. Una notevole scossa di adrenalina la dà per esempio Monica Anghel Sannino, ragazza di origini rumene adottata da una famiglia napoletana che, dall'alto della sua indomabile chioma leonina, si produce in «Sex Machine», distillato di testosterone in forma di funk. Quattro sì con i giudici che ballano sul tavolo. Va avanti ma non convince fino in fondo la palermitana Oria, al secolo Alessandra Bollino: in «Morirò d'amore» di Giuni Russo mostra un ottimo mezzo ma non si può dire che lo padroneggi fino in fondo. Interessante Andrea D'Alessio, giovane corpulento con la barba di uno studioso di Corano. Mirabili capacità nel beatboxing, se la cava su «Get lucky» dei Daft Punk: tre sì su quattro. Non sai se ridere compiaciuto o disorientato di fronte alle Sparole, trio vocale al femminile che propone un medley di celebri temi cinematografici. Superano le Audizioni, ma è lecito chiedersi quanto potranno mai durare.

Bel canto, riccioli e parrucchieri
La seconda parte di Audizioni non manca poi di darci la nostra buona dose quotidiana di voci più o meno tradizionali. Come Luca D'Arbenzio, riccioluto 17enne irpino che si fa notare con «Father and Son», Francesca Vidali, look alla Cindy Lauper e interessante timbro r'n'b, Francesco Palma, interprete di una «You've got the love» non proprio inattaccabile o Valentina Livi, 17enne pesarese che riesce a non sfigurare su «Una poesia anche per te» di Elisa. Ovazione per Marco Colonna, apprendista parrucchiere salentino alle prese per «Breathe» di Midge Ure, e Lorenzo Iuracà, livornese che strizza l'occhio a pubblico e giudici con la sua versione di «I belong with you» dei Lumineers. Ai Boot Camp di giovedì prossimo ne entreranno cento ma andranno avanti solo in 24. Qualcuno è già più avanti degli altri.

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