Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2013 alle ore 11:58.

My24
Patrice Chéreau (Afp)Patrice Chéreau (Afp)

Prima di conquistare la vasta fama cinematografica che ha segnato la fase culminante della sua carriera, Patrice Chéreau – stroncato ieri a 68 anni da un tumore al polmone - è stato uno dei grandi del teatro europeo del secondo Novecento, una delle personalità registiche di maggiore spicco della sua generazione. Figlio del "maggio" francese, cresciuto – artisticamente – sulle barricate delle banlieu parigine, aveva cominciato a rivelare il suo precocissimo talento fin dai banchi di scuola, alla guida di una compagnia di liceali.

Divenuto, nel '67, poco più che ventenne, direttore del Théâtre de Sartrouville, uno spazio decentrato in un piccolo comune alla periferia della capitale, si era imposto all'attenzione con diversi spettacoli dal forte impatto, soprattutto con I soldati di Lenz. La notorietà, conquistata in Francia, l'aveva poi sicuramente consolidata in Italia, al Piccolo Teatro di Milano, dove Paolo Grassi l'aveva chiamato nel '69 come regista stabile, nel periodo in cui Strehler si era dimesso scegliendo altre strade.

A Milano Chéreau aveva allestito tre memorabili spettacoli, Splendore e morte di Joaquìn Murieta di Pablo Neruda, Toller di Tandred Dorst e una sontuosa Lulu di Wedekind. Tornato in patria, si era riaffacciato sulle scene italiane con degli spettacoli straordinari, fra i quali vanno ricordati La dispute di Marivaux, un bellissimo Amleto e il serrato, inquietante Nella solitudine dei campi di cotone di Bernard-Marie Koltès, l'autore da lui scoperto e del quale ha praticamente rappresentato tutte le opere. L'ultima sua apparizione sulle nostre ribalte risale al 2011 con Rêve d'automne di Jon Fosse, protagonista Valeria Bruni Tedeschi.

Accanto alle regie teatrali, Chéreau ha lasciato il segno in alcune messinscene operistiche: da ricordare almeno, in questo senso, la Tetralogia wagneriana a Bayreuth, nel '76, Da una casa di morti di Janacek e Tristano e Isotta di Wagner, nel 2007 al Teatro alla Scala di Milano.

Ma ormai il suo interesse principale andava al cinema. Sul grande schermo aveva esordito nel '75 con l'adattamento di un romanzo noir di James Hadley Chase, Un'orchidea rosso sangue. Grande successo aveva ottenuto quasi vent'anni dopo con La regina Margot, mentre Intimacy, nel 2001, gli era valso l'Orso d'Oro a Berlino.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi