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Questo articolo è stato pubblicato il 11 ottobre 2013 alle ore 15:50.
L'ultima modifica è del 13 ottobre 2013 alle ore 13:26.
Lo abbiamo capito: il 2013 passerà alla storia come l'anno in cui l'elettronica parlò all'uomo della strada, la stagione in cui la dance più raffinata aprì i rigidi steccati del genere per lasciarsi contaminare da suggestioni soniche recuperabili in quella terra di nessuno che sta tra il passato e il futuro, la tradizione e la sperimentazione.
In Francia è l'anno del successo planetario dei Daft Punk che, con «Random Access Memories», sciacquano i panni in analogico. Qui da noi potrebbe essere l'anno di Franky B aka Cryptic Monkey, al secolo Francesco Cozzolino, fresco del titolo di miglior dj producer italiano del 2013 consegnatogli al Mei.
I più lo ricorderanno alla consolle di «Raitunes», intelligente trasmissione radiofonica di Alessio Bertallot che, chissà perché, Radio 2 ha sfilato dal palinsesto. Ma Franky è uno cui l'etichetta di disk jokey sta parecchio stretta: lo dimostra «Seba (Sound Explicit Bassline Anthems)», suo album d'esordio appena uscito per Black Marigolds, a circa un anno di distanza dalla pubblicazione della hit «Vesuvius Bunks» cui partecipava anche il nero a metà James Senese. Operazione ambiziosa che, una traccia dopo l'altra, prova ad alzare l'asticella della musica elettronica, scomodando con disinvoltura nomi illustri della scena underground. C'è tanta Napoli, città d'origine dell'artista che adesso opera stabilmente a Milano, molta Londra, sua terra d'elezione, e qualche raggio di sole di Kingston che affiora.
Gli amanti dell'hip hop troveranno pane per i loro denti in «Terra Trema», singolo jungle che ha anticipato l'uscita del disco nel quale fa bella mostra di sé l'affilata parlantina di Sha One, spina dorsale della crew rap napoletana La Famiglia. L'apripista «Ostile» porta subito chi ascolta in cupe atmosfere trip hop dalle quali ci si libera con l'easy listening vagamente anni Ottanta di «Like an Animal», dominata dalla voce della modella e cantante giamaicana Kgnston Edwards. Per chi è stato ragazzo nei primi anni Novanta, ha seguito il giro delle posse e assistito all'esplosione della scena dub italiana, «Senza Core» rappresenterà probabilmente il punto di forza dell'album: sembra quasi un outtake di «Animamigrante» con in più i virtuosismi vocali di una Pietra Montecorvino in stato di grazia. Ancora profumo di Almamegretta si sente in «Heil to the King», brano ipnotico con l'inconfondibile timbrica di Marcello Coleman che sembra affiorare dalle nebbie psicotrope di Camden Town. Epica formato Moog in «The Rise of Kaiju», omaggio consapevole all'immaginario Japan e forse inconsapevole all'algida arte dei Kraftwerk. In tutto 18 tracce, prodotto della fervida immaginazione musicale di un artista che non si risparmia mai e, lavorando da producer, potrebbe rivitalizzare il sound di chissà quanti bolliti protagonisti della scena mainstream. Un bel regalo per le orecchie di chi vi sta a cuore. Anche se non frequenta abitualmente i circuiti dell'elettronica.
Franky aka Cryptic Monkey
«Seba (Sound Explicit Bassline Anthems)» Black Marigolds
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