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Questo articolo è stato pubblicato il 11 ottobre 2013 alle ore 07:45.
L'ultima modifica è del 16 ottobre 2013 alle ore 23:16.

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Gaia GaliziaGaia Galizia

Certi luoghi si portano dentro strani incroci di destino. Il Forum di Assago, per esempio, il 12 dicembre ospiterà la finale di X Factor ma è stato già sede dei Bootcamp del talent show, il cui resoconto è andato in onda ieri sera su Sky Uno. Fase di «scrematura» per la competizione canora – cento i concorrenti entrati, 24 quelli usciti – che già sembra rappresentare benissimo equilibri futuri ed evoluzioni prossime venture del programma televisivo, con la categoria Under Donna nettamente favorita per la vittoria finale e il suo giudice di riferimento, Mika, star indiscussa dell'edizione.

Alla fase degli Home Visit, per le ragazze, passano infatti tre fenomeni assoluti - Valentina Tioli, Violetta Zironi e Gaia Galizia-, due interpreti interessanti – Roberta Pompa e Chiara Grispo – e un'outsider dotata, Valentina Livi. Il fatto che ci sia l'artista anglo-libanese ad «allenare» una squadra così ben assortita fa capire che il tentativo di chi ha messo soldi sul format è probabilmente quello di garantirsi la spendibilità internazionale del prossimo vincitore. Elio ha avuto gli Over, ergo disporrà di qualche freccia buona da scoccare: prima di tutto Fabio Santini e Alan Scaffardi, l'apostolo di Elvis e il soul singer raffinato, poi Chiara Gallana, Sebastiano Di Santo, Valeria Crescenzi e Adriana Salvadori. Parecchio lavoro in vista per Simona Ventura che ha avuto assegnati i Gruppi vocali, categoria con qualche elemento interessante ma niente fulmini di guerra: ci sono dentro curiosi progetti rap come Ape Escape e Mr. Rain & Osso, le armonie delle Dynamo, boyband come Extra e Free Boys, nonché gli Street Clerks, giovani con un discreto margine di miglioramento. Peggio di tutti è andata a Morgan, il giudice che ha vinto più edizioni di X Factor, chiamato a vedersela con la missione impossibile degli Under Uomini. Se si escludono il talentuoso Michele Bravi e il carismatico rastaman Alberto Galuppini, si ritrovano a un passo dal live show senza aver convinto fino in fondo concorrenti come Andrea Butturini, Andrea D'Alessio, Marco Colonna e Lorenzo Iuracà. Con gli Home Visit, ambientati nelle location di Dublino, Berlino, Torino e Cremona, da 24 concorrenti si passerà alle 12 definitive aspiranti pop star dell'edizione 2013. E stavolta niente sconti.

L'epifania di Simon Cowell
Prima della musica, comunque, a X Factor viene lo spettacolo. Da leggere in questo senso l'epifania di Simon Cowell, producer britannico ideatore del fortunato format che è intervenuto in videoconferenza per assegnare a ciascun giudice la propria categoria. Ma anche gli arzigogoli di regolamento pensati da chissà quale mente sadica per rendere più avvincente il Bootcamp. Due giorni di selezioni. Nel primo si esibiscono soltanto i concorrenti che lasciano interdetti i giudici, mentre i bravi passano direttamente il turno e i pessimi fanno le valigie senza la possibilità di emettere una sola nota. L'indomani si lascia il Forum di Assago per una villa sui navigli, dove si canta tutti quanti e, stavolta, già divisi per categoria. È qui che emerge l'impressionante strapotere delle Under Donna.

Il talent delle ragazze
Cattura subito la grazia monastica di Gaia Galizia, una specie di Giovanna d'Arco di Dreyer austera e solenne nel proporre «White Rabbit» dei Jefferson Airplane. Valentina Tioli ha timbro, estensione, controllo e lestezza di lingua insoliti per una giovane donna di razza caucasica. Fosse nata ad Harlem sarebbe tutto più facile da spiegare. Poi c'è la solita Violetta Zironi che, ai Bootcamp, si cimenta con lo standard jazz «Cry me a river». Anche stavolta impeccabile ma c'è un rischio all'orizzonte: ha capito di essere brava. Breve è il passo che porta a montarsi la testa e a riuscire antipatici. Una categoria di livello così alto non può comunque non riservare esclusioni dolorose. Un vero peccato, per esempio, che non ci siano più Francesca Vidali, interprete di una coraggiosa versione della «Lithium» dei Nirvana, o Monica Anghel Sannino, grintosa anche quando si è cimentata con le «Briciole» di Noemi. Ci sarebbe stato da spingere per una deroga al regolamento che mandasse avanti qualche Under Donna in più a discapito di Under Uomini e Gruppi Vocali, giusto per rendere più avvincente la competizione in fase di live show. Un colpo di bianchetto al protocollo e via. Ma è X Factor, mica il Parlamento italiano.

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