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Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2013 alle ore 14:22.
L'ultima modifica è del 13 ottobre 2013 alle ore 13:25.

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Lo scrive nella premessa (indispensabile, dice). In questo libro, che raccoglie e racconta dodici incontri con dodici "grandi" del vino italiano Oscar Farinetti, patron di Eataly e molto di più, scrive come parla. E in effetti è incalzante, impetuoso, malizioso e divertito come di solito, sia che parli davanti a una platea di duecento persone o ragioni di politica con Matteo Renzi.

I produttori che ha incontrato con Simona Milvo e Shigeru Hayashi, esperto sommelier, gran conoscitore di vini italiani nonché presidente di Eataly Japan, sono molto diversi tra loro. C'è chi li ha accolti in vigna e chi in una villa del Cinquecento. In comune tutti hanno la passione per quel che fanno e una orgogliosa voglia di riscatto per questo paese.

Mentre leggevo "Storie di coraggio" mi sono annotata alcune parole. Ho deciso che la recensione sarebbe stata una chiacchierata con Farinetti, a cui proponevo di commentare le parole che avevo segnato. Naturalmente lui ha trovato il modo di legarle tutte ai protagonisti del "viaggio". Con qualche sorpresa.

Coraggio (che poi dà il titolo al libro).
Mi viene in mente Marilisa Allegrini, che compra un terreno in Toscana che costa il doppio di quanto fatturava la sua azienda al tempo. E che fa la valigia e decide "di andare a vendere un po' di vino in America". Era la prima volta che andava negli Stati Uniti: li ha fatti innamorare dell'Amarone, e anche lei si è innamorata.

Fiducia
È il rapporto pazzesco che legava Angelo Gaja al padre. Ha dovuto lavorare sodo per conquistarne la fiducia, ha fatto di tutto, persino mettergli i gettoni nel telefono in Galleria a Milano mentre lui contrattava qualche vendita. Del resto suo padre era una figura mitica, è riuscito a vendere un Barbaresco al quadruplo di un Barolo, una cosa ai tempi impensabile. Angelo ha fatto conoscere il suo vino in tutto il mondo e ora dà grande fiducia alle figlie.

Contadino
Il contadino per eccellenza è Walter Massa. Ha un rapporto viscerale con la sua terra, con il sole, il vento, i suoi trattori. Nessuno produceva più Timorasso, il vino tipico del suo territorio, nel Tortonese, che aveva lasciato posto alle pesche, le famose pesche di Volpedo. Lui si è inventato un prodotto alto di grandissima qualità. E ha vinto la sua scommessa.

Orgoglio
Se penso all'orgoglio mi viene in mente Nicolò Incisa della Rocchetta che mi parla del suo cavallo Ribot. Il campione. Che ha fatto solo 16 corse e le ha vinte tutte. Lui che ha creato il Sassiccaia, uno dei vini più celebrati al mondo, quando parla di qualcosa che gli ha riempito la vita parla di Ribot. Fantastico.

Solidarietà
La chiamerei più "amore" e penso alle sorelle Lungarotti, Teresa e Chiara, il miracolo della complementarità. Sorelle solo per parte di madre, coese e rigorose. Mi ricordo una frase di Chiara: "Meglio rovesciarsi il cappotto che togliere soldi all'azienda".

Intellettuale
Il contadino-intellettuale per eccellenza è Citrico, soprannome di Beppe Rinaldi. Passa il tempo a leggere e filosofeggiare, oltre che a produrre un eccezionale vino naturale (che non chiamerebbe mai biologico, perché è una moda). Amico di Gaber, mentre degustavamo vini con Shigeru ci parlava del bisogno di rifondare il capitalismo.

Furbizia
È quella di Ampelio Bucci, che compera le vigne vecchie. Lui dice: "Ci va solo il mio coraggio!", ma in realtà le vigne vecchie costano di meno e come sa bene lui danno un vino migliore.

Fortuna
Mi viene in mente il marchese Piero Antinori. Lui appartiene alla 26ma generazione di una famiglia produttrice di vino ma mi ha detto di ritenersi fortunato, perché ha vissuto "i 45 anni più belli del vino". Sostiene di essere stato fortunato come fanno tutti quelli molto bravi: con lui l'azienda è passata da 50 a 20mila ettari...

Biologico
Qui non ci sono dubbi. Il biologico del vino in Italia sia chiama Josco Gravner. Fa vino biologico da una vita, ma non usa il termine. Secondo lui il vino si divide solo tra vino vero e vino falso. È l'uomo che ha più rispetto della terra che abbia mai conosciuto.

Famiglia
E chi se non i Planeta, che ci accolgono chiedendoci se vogliamo un piatto di pasta? Sono una bellissima famigliona larga, il miglior contraltare al luogo comune sulla Sicilia, dove se pensi alla "famiglia" ti viene subito il collegamento con la parola mafia. Sono l'esempio, insieme a tanti altri produttori e aziende non solo del vino, dell'energia positiva di questo territorio.

Tenacia
Non ha mai mollato il suo sogno. Ha lavorato in acciaieria, ha fatto per anni il maestro di sci, ma Costantino Charrere voleva una sola cosa. Diventare leader nel vino della sua difficile regione, la Valle d'Aosta. E ci è riuscito.

Armonia
Quella che emana José Rallo quando canta blues nella barriccaia delle cantine di Donnafugata.

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