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Questo articolo è stato pubblicato il 20 ottobre 2013 alle ore 15:30.
L'ultima modifica è del 20 ottobre 2013 alle ore 16:27.

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La fotografia era il suo ideale, per questo ha documentato la prima metà del XX secolo con uno sguardo lucido e nello stesso tempo sognante. "Robert Capa – La realtà di fronte" a cura di Marco Muniz in collaborazione con Magnum Photos di Parigi e con l'International Center di New York, a Villa Manin a Passariano di Codroipo (Udine) dal 20 ottobre fino al 19 gennaio 2014 (catalogo Silvana editoriale). Il racconto, a cent'anni dalla nascita, di uno dei miti della fotografia. Incontri, filmati e 180 foto inedite, conosciute o esposte poche volte, un percorso antologico completo per conoscere aspetti pochi noto del reporter diventato poi regista di documentari.

Nato a Budapest nel 1913 André Friedmann, questo il vero nome dell'artista, è il secondogenito di una famiglia borghese di ebrei assimilati, non osservanti. I suoi genitori erano proprietari di un'importante casa di moda e facevano viaggi a Parigi, Vienna per studiare i modelli. Il padre colto, viaggiatore, parlava cinque lingue ma era un giocatore incallito, la madre donna decisa e forte si accollò la famiglia e la sartoria. André prese l'allegria del papà e il senso di responsabilità dalla mamma. Negli anni Trenta l'artista si appassiona alla politica, partecipa alle contestazioni contro il regime dittatoriale dell'ammiraglio Horthy, adolescente si batte al fianco degli operai, i disoccupati, i poveri. A 18 anni è costretto a lasciare l'Ungheria per Berlino dove inizia a fotografare.

Va a Parigi incontra Gerda Taro, un'esule tedesca. Decidono di andare in Spagna, per documentare la guerra civile, cambia nome, diventa Robert Capa e scatta la foto più dolorosa il "Miliziano morente". La sua vita è una leggenda, le sue foto di guerra, di emergenze umane sono memorabili. Non c'è spettacolo ma umanità e consapevolezza per i più deboli, le donne, i bambini, i "chiamati alle armi", i giovani in trincea. Per la rivista americana "Life" va in Cina, torna in Spagna dove Gerda viene uccisa a soli 26 anni. Con le truppe americane si sposta in Sudafrica, torna in Europa e documenta lo sbarco in Normandia.

Dopo la guerra scopre il cinema, fotografa le star di Hollywood, si innamora di Ingrid Bergman, Hitchcock si ispira a lui per il protagonista de "La finestra sul cortile". Rober Capa capisce che alcune storie si raccontano solo in sequenza, l'immagine statica non basta, realizza documentari, purtroppo alcuni andati persi. In mostra per la prima volta in Italia il suo documentario più toccante: "The journey" dedicato ai sopravvissuti della Shoah, al loro arrivo nello stato nascente di Israele. Il film è stato salvato dalla fondazione Steven Spielberg Jewish Film Archive di Israele. Nel 1947 Capa fonda con Cartier-Bresson l'agenzia Magnum, continua i suoi reportage è in Giappone quando "Life" gli chiede di sostituire un collega e partire per documentare la prima guerra in Indocina. Saranno le sue ultime foto, muore a 41 anni camminando su una mina.

Robert Capa La realtà di fronte
A cura di Marco Muniz
20 ottobre 2013 - 19 gennaio 2014
In collaborazione con Magnum Photos Paris – International Center New York
Villa Manin Passariano di Codroipo (Udine)
Catalogo Silvana Editoriale
www.villamanin-eventi.it

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