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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2013 alle ore 15:11.
L'ultima modifica è del 23 ottobre 2013 alle ore 15:31.

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«Se ce la faccio qui, riuscirò a farcela ovunque», cantava Liza Minnelli nel film New York, New York di Martin Scorsese. Ed è proprio così. La serie A si gioca a Manhattan (e per estensione geografica ormai anche a Brooklyn). Chi riesce a essere protagonista qui, nella città con la maggiore concorrenza e competizione del pianeta, altrove potrà diventare Re quasi senza faticare. Questo vale per i molti italiani di talento trasferitisi in città negli ultimi due decenni, così come per un italoamericano di terza generazione come il prossimo sindaco di New York Bill de Blasio (al momento in cui andiamo in stampa, il democratico de Blasio è avanti di 50 punti percentuali sullo sfidante repubblicano Joe Lhota).

I destini dei nuovi e dei vecchi italoamericani si incrociano. I nuovi americani from Italy sono arrivati in città attratti dalle mille luci di New York, dal mito pop della Grande Mela e dal richiamo della Grande Abbondanza. Non sono emigrati per necessità, ma per scelta e, molto spesso, anche grazie al fatto che se lo potessero permettere. Gli avi di de Blasio sono fuggiti dalla povertà verso il Nuovo Mondo, verso la terra delle opportunità.
Il sogno americano è il medesimo per gli uni e per gli altri, anche se de Blasio lascia intendere che non sia esattamente così. Come racconta Jason Horowitz, nel ritratto-intervista esclusiva di pagina 54, il successo elettorale di de Blasio si spiega soprattutto con la promessa di combattere le diseguaglianze in una città che, secondo lui, negli anni di Mike Bloomberg è diventata a misura di milionario.

L'idea romantica di de Blasio è tornare alle origini di New York, ai valori di una città accogliente, inclusiva e solidale come quella che accolse i suoi nonni italiani. Si possono sollevare molti dubbi, però, sull'idea che all'inizio del ventesimo secolo New York fosse più ospitale di quanto lo sia oggi, costo degli affitti a parte, ma è evidente che il mantra deblasiano sulle «due città» è stata soprattutto un'abile strategia politica in un momento in cui l'elettorato premia anche Oltreoceano messaggi populisti e diffidenza anti establishment. De Blasio è un vero progressista, ma anche un politico accorto e pragmatico. Vedremo come governerà.

La città non è solo Tribeca e Williamsburg, è vero che ci sono sacche di povertà e differenze economiche notevoli. Il ceto medio fatica più che altrove, ma non c'è molto che un sindaco possa fare. De Blasio fa bene a voler investire sull'istruzione pubblica, che funziona o no a seconda dei quartieri, ma sarebbe un errore se rigettasse le scelte strategiche di Bloomberg e Giuliani che hanno consentito a New York di raggiungere gli straordinari risultati dell'ultimo ventennio. Prima dell'arrivo di Rudy Giuliani a City Hall, nel 1993, i newyorchesi lasciavano la città, si trasferivano altrove, terrorizzati da violenza e microcriminalità. Grazie a quel ruvido pugno di ferro, New York è diventata la città più sicura d'America, ha riacquistato fiducia e la sua economia ha ripreso a correre. Spesso Giuliani è stato eccessivo, oltre ogni limite, ma senza la Tolleranza zero i nuovi italiani di New York sarebbero probabilmente rimasti a casa.

Con modi più gentili, Bloomberg ha mantenuto la rotta, ha addolcito la città e dopo dodici anni l'ha lasciata in una situazione migliore rispetto a quando l'aveva presa, e questo nonostante l'11 settembre, lo scoppio della bolla dotcom, la nuova grande depressione e l'uragano Sandy. Il bilancio è in surplus, l'ambiente è favorevole al business, Brooklyn è rinata, Manhattan è diventata la nuova Silicon Valley. Chiunque vuole andare a New York. Tutti amano New York. Difficile fare meglio.
Anche perché, come ha scritto E.B. White nel più bel ritratto della città mai scritto – e l'ha scritto nel 1948, tre anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale: «It's a miracle that New York works at all. The whole thing is implausibile». «Che New York funzioni è un miracolo. È una città assurda».

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