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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2013 alle ore 10:18.
L'ultima modifica è del 26 ottobre 2013 alle ore 10:19.

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— • ALLEY • —
Non Tin Pan Alley, nel cuore del Greenwich Village, ma Silicon Alley, equivalente East Coast della quasi omologa valle californiana e sineddoche per la bolla della new economy scoppiata pochi mesi prima dell'incipit. Primavera 2001 a New York: non c'è più del marcio in città, visto che Giuliani ha già reso «tutto quanto orrendo e lobotomizzato, proprio come piace a loro». È una metropoli sottilmente corrotta in attesa degli aerei e, stando all'esergo di Westlake, è la co-protagonista di questo software-boiled.

— • BLEEDING EDGE • —

BE: titolo del libro (uscirà per Einaudi nel 2014). Espressione sinistra associata a "tecnologia" (significa "d'avanguardia", ma anche "ad alto rischio") e riferita a DeepArcher (si legge "Departure"), una sorta di mondo virtuale ispirato a Second Life che sta per perdere l'aura. Come Vheissu in V., la Zona nell'Arcobaleno, la Terra Cava in Mason&Dixon e la "Ministrel Island" al centro della prima operetta scritta da Pynchon (P.) (dove gli artisti scappavano da un'America governata dall'Ibm), il Deep Web rappresenta una (im)possibile via d'evasione.
— • CASA • —
A 76 anni, P. è accasato. Vive in quello "Yupper West Side" che detesta e ha mandato il figlio a una scuola privata. Guai a seguire i dati biografici, eppure in BE si sente un senso di quiete a dimensione famigliare. Non addomesticato – il libro trabocca d'energia – ma domestico.
— • EREMO • —
«Spasmico!» «I Pokémon!» «Britney Spears!» Insopportabile il tormentone delle recensioni stupite per i riferimenti alla cultura pop nel libro. Come se al di fuori della società dello spettacolo, non fosse data informazione. Ehi, c'è perfino Ace Ventura.
— • DETECTIVE • —
La protagonista è Maxine Tarnow, investigatrice privata che si barcamena tra due figli, un quasi ex marito e una nuova indagine riguardo a giri di soldi intorno a una startup sopravvissuta, guidata da Gabriel Ice («In confronto, Bill Gates è carismatico»). Che a P. piacesse giocare con la detection era evidente anche prima di Vizio di forma. Un personaggio disilluso, una serie d'incontri strampalati, una teoria infinita di sospetti: tutti elementi che fanno parte della sua poetica (se il disturbante P. si sposa con il noir, il consolatorio Eco con il giallo).
— • FESTA • —
Un romanzo di P. è una festa del linguaggio. Se anni fa Bruce Sterling notava quanto avesse ampliato l'orizzonte topografico del romanzo, è anche vero che lo comprime in un melting pot linguistico, quasi espressionista, pieno di slang, fedele alla «joycity della parola». Qui i neologismi esilaranti si sprecano: übergeek, entrepenerd, cyberflaneur, "spiritual malware". Barocco non è P., ma il mondo.
— • HASHSLINGRZ • —
È la startup al centro del caso. Come ogni nome, ha un paio di significati. Ma cosa sono d'altra parte le denominazioni se non link a un altro senso? Tutto in P. è palinsesto per i diversi livelli di realtà, semiosi illimitata.
— • INFLUENZE • —
di BE: Charles Dickens, Philip K. Dick, Dick Tracy.
— • GAG • —
Un personaggio dice: «Mettiamo che io sia il Washington Post», e l'altro si mette a sfogliarlo. L'avanspettacolo esercita su P. un fascino anarcoide, simile a quello dei Fratelli Marx. La gag da cinema muto come innocenza irriverente, virus della forma, diserzione dal consueto.
— • KEYSTROKE • —
«Nessuna resterà indietro», dice un agente del Governo. Ogni riferimento al caso Snowden è del tutto preveggente.
— • UTOPIA • —
Fine della. «Chiamala libertà, è basata sul controllo. Tutti connessi a tutti, mai più possibile smarrirsi, per sempre. Il passo successivo? Connettere tutto ai cellulari, un'enorme rete di sorveglianza».
— • TRAMA • —
In BE il "plot", in inglese anche complotto, è abbastanza lineare. Un delitto, macchinazioni con il Medio Oriente, qualche inseguimento. Ma di norma P. sfalda il romanzo che sta costruendo, minando le basi stesse della lettura in nome di un'idea – paradossale, per uno scrittore considerato "difficile" – antiautoriale (antiautoritaria) di letteratura. I suoi libri ricordano le macchinazioni temute dai personaggi, che infine vi si sottraggono. Spariscono, proprio come lui, di soppiatto. Il trauma di cui rende conto P. non è solo la caduta nel Tempo e nello Spazio, nella Storia e nella Geografia,
ma anche nella Lingua.
— • JAZZ • —
Quando P. andò a scrivere un reportage su Watts, a distanza di un anno dai tumulti del 1965, rimase colpito dalle Torri costruite dall'architetto Simon Rodia con gli scarti. In Underworld DeLillo le definisce una «cattedrale jazz», che è una perfetta definizione di P.: enorme improvvisazione esatta e anfetaminica, con grandi sheets di personaggi e digressioni.

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