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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2013 alle ore 17:02.
L'ultima modifica è del 04 novembre 2013 alle ore 10:43.

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Se le razzie naziste in fatto di arte hanno procurato danni per sempre insanabili al patrimonio artistico europeo, l'eccezionale ritrovamento di cui abbiamo notizia dal mensile tedesco Focus, e che passerà per uno dei maggiori sulla storia, sana almeno in parte la piaga inferta dalla dittatura di Hitler in particolare alle avanguardie artistiche del '900.

Una collezione privata con oltre 1.500 dipinti sequestrati dai nazisti, e che comprende opere di Pablo Picasso, Henri Matisse, Marc Chagall, Emil Nolde, PaulKlee, Franz Marc, Max Beckmann, Oskar Kokoschka, Ernst Ludwig Kirchner, Max Liebermann, Ernst Barlach oltre che di Albrecht Dürer, è stata ritrovata in Germania.

Opere dal valore eccezionale e che, ironia della storia, in gran parte i nazisti avevano bollato come arte degenerata, e quindi da distruggersi. Lo rivela il settimanale tedesco, secondo cui gli investigatori hanno rinvenuto le opere scomparse più di due anni fa, in un polveroso appartamento di Monaco di proprietà di un signore di ottanta anni. Anche se le autorità competenti hanno rifiutato fin qui di confermare o smentire la notizia di cui è stata data notizia solo oggi.

Durante il regime, i nazisti sequestrarono migliaia di opere d'arte, per la maggior parte appartenenti a cittadini ebrei, molte delle quali vennero poi distrutte durante i bombardamenti nella Seconda guerra mondiale, mentre tante altre si è sempre sospettato siano rimaste gelosamente nascoste in mani private.

Secondo quanto sostiene Focus, le opere ritrovate, ora custodite in un deposito, hanno un valore di circa un miliardo di euro.

Al misterioso appartamento nell'elegante sobborgo di Schwabing a Monaco, appartamento di proprietà del riservatissimo signor Cornelius Gurlitt, figlio del noto gallerista Hildebrand Gurlitt scomparso negli anni '50, gli inquirenti sono arrivati all'inizio del 2011, dopo indagini sul suo inquilino, "beccato" dalla dogana in treno mentre portava denaro in Svizzera.

L'uomo, che per oltre mezzo secolo è riuscito a celare al mondo intero (in un accumulo polveroso di barattoli e scarabattole) l'incredibile collezione, negli anni aveva infatti provveduto a vendere alcuni dipinti che, secondo quanto ricostruito dai giornalisti, il padre - uomo molto noto nella comunità bavarese di mercanti d'arte - aveva presumibilmente acquisito tra gli anni Trenta e Quaranta.

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