Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2013 alle ore 20:21.

My24

Quattro premi Oscar per una commedia che convince a metà: il Torino Film Festival 2013 si è aperto con l'atteso «Last Vegas», diretto da Jon Turteltaub e con protagonisti Robert De Niro, Kevin Kline, Michael Douglas e Morgan Freeman nei panni di quattro amici di vecchia data.

In occasione dell'addio al celibato di uno di loro (Douglas), decidono di partire per Las Vegas con il proposito di divertirsi e rivivere i giorni di gloria del passato: la "città del peccato" si rivelerà però molto diversa da come se la ricordavano.

Pensato come una sorta di «Una notte da leoni» della terza età, «Last Vegas» è un prodotto gradevole ma poco rischioso, che si affida eccessivamente ai tipici cliché del genere.
In uscita nelle nostre sale a fine gennaio, il film, presentato all'interno della sezione «Festa mobile», riesce a strappare più di un sorriso nonostante la sceneggiatura si faccia sempre più scontata con il passare dei minuti.

Turteltaub, con poca personalità, si limita a lasciare spazio ai suoi quattro interpreti, tra i quali svetta un intenso Michael Douglas, che conferma il suo ottimo momento di forma dopo la straordinaria prova in «Dietro i candelabri» di Steven Soderbergh, presentato all'ultimo Festival di Cannes.

Prodotto decisamente più coraggioso è il canadese «The Conspiracy», un mockumentary (ovvero, un'opera di finzione realizzata come se fosse un documentario) firmato dall'esordiente Christopher MacBride.

Protagonisti sono due registi decisi a fare una ricerca sull'incredibile ascesa della cultura sulle cospirazioni globali. Il loro progetto procede con successo fino a quando uno degli intervistati sparisce nel nulla: prima di scomparire, però, l'uomo ha lasciato una serie di indizi che condurranno i due filmmaker sulle tracce di una misteriosa società antica.
Originale dall'inizio alla fine nello sviluppo narrativo, «The Conspiracy» è un horror politico capace di angosciare e di far dimenticare allo spettatore la sua natura di "semplice" prodotto di finzione.

Il regista canadese, nonostante sia alla sua prima esperienza dietro la macchina da presa, dà al suo lavoro un ottimo ritmo e inciampa soltanto in alcuni eccessi che si evidenziano con l'approssimarsi della conclusione.

Credibili anche i due attori principali, Aaron Poole e James Gilbert, già visti in diverse pellicole dello stesso genere.

Infine, una menzione negativa per «Drinking Buddies» di Joe Swanberg con Olivia Wilde e Jake Johnson. I due vestono i panni di Kate e Luke, grandi amici e colleghi in una fabbrica di birra artigianale. Entrambi sono già fidanzati ma la loro amicizia potrebbe trasformarsi presto in un legame ancora più forte.

Scritto dallo stesso regista americano, il film appare poco convincente fin dalle primissime battute: la trama fatica a carburare e la sensazione di già visto prende immediatamente il sopravvento.

Anche a causa di una messinscena elementare e di un gruppo di interpreti poco convinti, «Drinking Buddies» non riesce mai a intrattenere come vorrebbe e provoca più di qualche sbadiglio.

Joe Swanberg è un autore iperattivo che, nel solo 2013, ha realizzato tre pellicole: il consiglio è quello di prendersi più tempo così da avere maggiore cura delle proprie opere.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi