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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2013 alle ore 10:17.

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E' dedicato a Barbara Ulrich ("la mia co-cospiratrice") e ai "tre bambini agitati della famiglia Weimar", Henry Marx, Felicity Mason, e Tonio Stewart, il librone scritto da Mel Gordon - Voluptuous Panic: The erotic world of Weimar Berlin (Feral House, 305 pagine, $34.95) - si presenta come un'opera personale e seducente, di difficile ubicazione post-tomba, contaminata com'è da visioni d'epoca pre-Nazi e dai segni del cabaret Babylon on the Spree. Gordon, professore di teatro all'Università della California, Berkeley, documenta - a partire da alcune ricerche per un suo spettacolo, The Seven Addictions and Five Professions of Anita Berber - le macchie di fuliggine della Repubblica di Weimar, luogo di democrazia e cultura tedesca, sede della Scuola del Bauhaus; per molti, più prosaicamente, isola di crepuscolari perversioni (Degenerate Germany, si legge in un volantino di propaganda anti-tedesca stampato a Londra nel 1915).

Divina decadenza formato coffee-table, l'edizione pubblicata da Feral House include anche il capitolo esteso Sex Magic and the Occult, carrellata di immagini iconiche senza redenzione: rituali erotici, istruzioni per entrare nella Quarta Dimensione Sessuale, mappe della Berlino erotica e notturna. Tutto quello che avreste voluto sapere sulle derive ipnotiche di filmmakers europei, scrittori, studiosi storici gay, graphic designers, e musicisti come le Dresden Dolls e Marilyn Manson.

Un viaggio "amorale", buio, ai confini con il meridiano di Babilonia e la Roma di Nerone: dai frame deragliati di Anita Berber (anni Venti) ai nightclub e i casino dove note di Weill-Hollaender e sketch d'espressionismo erotico si fondono insieme a pitture ritmiche firmate George Grosz e Otto Dix (baldracche bizzarre, mutilati di guerra, approfittatori calvi). Lo sottoscrive persino Mark Gabor nel suo The Pin-Up (Bell Publishing: New York, 1972): "In Germania, riviste porno e magazine per ragazzi sono arrivati solo dopo il 1945". Questa è la ragione per cui Mel Gordon reputa interessante il recupero di oltre 80 magazine proibiti, nei chioschi di Berlino anni Trenta. Voluptuous Panic utilizza più volte, ironicamente, il termine "depravity" per parlare della metropoli, e ne fa un tempio dell'osceno.

Cagliostro, nel 1775, ebbe a dire "Una disgustosa città, Berlino, un posto in cui nessuno crede in niente", mentre lo scrittore americano, Ben Hecht, ex corrispondente dall'estero per il Chicago Daily News, parlò di un paesaggio urbano dove si stava coltivando terreno per il male. La Berlino stregata ("wicked Berlin") è la nuova Mecca degli anni Venti-Trenta e si mangia tutti, dopo la distruzione di Sodoma e Gomorra. Una Eldorado in fiamme che ha piantato le sue radici con l'arte di Marlene Dietrich, Lotte Lenya, Joel Grey e Liza Minnelli, passando per l'early talkie The Blue Angel di Josef von Sternberg (girato in simultanea in tedesco, inglese, e francese nel 1930). Le pene e le sperimentazioni degli émigré trasformano Berlino da un outpost neoclassico minore (Goethe) alla terza città più vasta al mondo (con oltre 4 milioni di cittadini registrati nel 1930).

La cosmologia di ferro che lega Berlino alla cultura del sesso e all'Etappe diviene predominante durante le guerre. Pratiche di tortura, furie selvagge, demoni Sing-Sang corrono lungo la Grande Inflazione e il Trattato di Versailles: la città apre le porte al mondo della prostituzione. Il libro di Gordon fa un elenco dimostrativo delle tipologie: boot-girls, grasshoppers, gravelstones, half-silks, kontroll-girls, münzis, nuttes, tauentziengirls, chontes, demi-castors, dominas, fohses, medicine, minettes, race horses, table-ladies, telephone-girls… Poi subentrano i diktat gay-lesbici, con catalogazione (gay: androgynes, bad boys, aunties, bubes, doll-boys, kitty-receiver e così via; lesbiche: dodos, gamines, mädis, tadpoles…). La bellezza di questo paradiso rinnegato profuma di carne e cabaret dal glitter amarognolo. E' molto più di una collezione erotica "burattinizzata" attorno alla Weimar Berlin. Qui si scavalca l'accademia di Fritz Lang, Brecht e Bob Fosse, per visitare l'era dell'edonismo e la memorabilia Nazi-berlinese, attraverso rare fotografie cartoon di Rube Goldberg che ci mostrano il (caro) prezzo dell'effimero e della masturbazione social club.

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