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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2013 alle ore 09:51.

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Giovedì 5 dicembre parte la dodicesima edizione di Art Basel Miami Beach, la fiera d'arte moderna e contemporanea che attira nel clima caldo della Florida oltre cinquantamila persone tra appassionati, addetti ai lavori, collezionisti, dealer e curatori. Tra i 258 galleristi che arriveranno da 31 paesi, gli italiani quest'anno sono undici: i loro stand di Miami si terranno in equilibrio tra le opere più comprabili e i pezzi più costosi, privilegiando sempre lavori recentissimi o inediti e lavori site-specific di autori internazionali, o italiani ben quotati all'estero.

Le gallerie più giovani si collocano nella sezione Nova della fiera: Francesca Minini presenta uno stand in progress, che prenderà forma giorno dopo giorno, con lavori nuovi di Francesco Simeti (wallpaper e installazioni da 5.000 euro in su) e Matthias Bitzer (dai 7mila ai 12mila euro). Anche T293 è su questa fascia di prezzi, con sculture in terracotta di Sam Falls (17.500 dollari) e lavori su tela di Wyatt Kahn (15mila dollari). Fra le gallerie più storiche, Artiaco propone un lavoro di Carl Andre (70mila euro), e un collage su plexiglass di Giulio Paolini (100mila). I pezzi forti di Galleria Continua sono Michelangelo Pistoletto, Berlinde de Bruyckere (da 95mila euro) e Mona Hatoum (una mappa in velluto e acciaio da 50mila euro). De Carlo presenta lavori inediti, del 2013: un nuovo ciclo di quadri di John Armleder (65mila euro ciascuno) e una grande tela di Yan Pei Ming da 220mila euro.

Kaufmann-Repetto portano Pae White, con un grande arazzo e un nuovo chandelier (prezzi tra 75 e 120mila dollari) e Judith Hopf, con i suoi teatrini animati (da 10mila a 25mila euro). Da Magazzino, le installazioni di Cabrita Reis e i video Mircea Cantor si comprano con 70mila-90mila euro. Noero avrà installazioni di Simon Starling (125mila euro) ma anche di Tom Burr (da 15mila dollari). Lia Rumma porta il nuovo lavoro di Alfredo Jaar visto alla Biennale di Venezia (da 50mila euro), un grande Spalletti di dimensioni museali (oltre 100mila euro) e una selezione di lavori di Mulas. Tornabuoni punta sul Novecento italiano con Dadamaino (325mila euro) e Castellani (una tela estroflessa del 1964 da due milioni di euro). Da Zero, artisti come Yuri Ancarani, Neil Beloufa, Gavin Kenyon e Michael E. Smith si acquistano tra i 3mila e i 25mila euro.

Questo appetibile mix di grandi nomi, artisti giovani, mercato e investimento (anche) culturale si irradia dagli stand a tutte le iniziative collaterali: si converserà con Olafur Eliasson, Tracey Emin, Cory Arcangel e Doug Aitken. Nel Soundscape Park del New World Center, disegnato da Frank Gehry, si proietteranno all'aperto film di Rineke Dijkstra, Nathalie Djurberg, Joan Jonas, Karen Kilimnik, Shirin Neshat, Yinka Shonibare.
Ma la vocazione più democratica di Art Basel Miami prende corpo soprattutto a Collins Park, dove la sezione Public della fiera diventa una mostra di arte pubblica aperta gratuitamente a tutti sino a marzo, in collaborazione con il Bass Museum. Il curatore Nicholas Baume, che per la fiera più mondana dell'inverno dell'arte ha appropriatamente scelto il tema «Social Animals», ha selezionato trenta fra installazioni, sculture monumentali e performance (tra gli autori: Huma Bhabha, Thomas Houseago, Jeppe Hein, Alicja Kwade, Richard Long, Pascale Marthine Tayou), e ne spiega così il filo conduttore – che è poi anche il fascino di Art Basel Miami Beach in generale: «Si tratta di un ibrido interessante, in cui gli artisti vengono proposti dalle gallerie ma il risultato tiene soprattutto conto dell'intento degli artisti stessi di oggi, cioè tentare di comprendere il senso delle cose usando tutti i materiali e i concetti a disposizione. Interagendo con la natura dei tropici, con il clima, con i grandi alberi, con i suoni del mondo animale, in questa sorta di fuso orario internazionale in cui si ritrovano persone creative da tutto il mondo».

Art Basel Miami Beach, Miami, Convention Center, da giovedì 5 a domenica 8 dicembre. www.artbasel.com

Tour in città tra nuovi musei e raccolte private
Il grande evento pubblico della settimana dell'arte di Miami è l'apertura del nuovo Pamm, il Perez Art Museum Miami, affacciato su Biscayne Bay. Progettato dagli svizzeri Herzog e De Meuron, ha richiesto meno di tre anni di lavori, è costato 220 milioni di dollari (di cui 100 versati da privati), ha 18mila metri quadrati di spazi espositivi sia all'interno che all'aperto, e prevede di accogliere 220mila visitatori l'anno. Il Pamm inaugura con la mostra «According to what?» del cinese Ai Weiwei, le installazioni di «Americana», e progetti speciali di Yael Bartana, Bouchra Khalili, Hew Locke e Monika Sosnowska.
Anche gli altri musei della città hanno un cartellone ricco in coincidenza con la fiera: il Bass Museum of Art ospita Piotr Uklanski, il Museum of Contemporary Art North Miami inaugura la personale «Angel without you» di Tracey Emin, al Norton Museum c'è Phyllida Barlow con «Hoard».
Si aprono al pubblico le collezioni private Cisneros Fontanal, de la Cruz, Margulies, Rubell.
Numerosissime (più di venti) sono poi le fiere satellite: a South Beach ci sono Design Miami, Aqua, la nuova Scope che ha abbandonato Midtown per Miami Beach e occupa uno spazio di seimila metri quadri, Untitled che spunta come ogni anno proprio sulla sabbia della spiaggia, e Nada; a Downtown aprono Pulse, Red Dot, Context, Art Miami.

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